venerdì 16 dicembre 2011

Convegno del 16 dicembre, Brescia



Incontro a Desenzano.




Serata con autore. Un evento, importante e partecipato a Desenzano per la presentazione del libro “Le mani sulla città” scritto per Chiare lettere da due noti nomi del giornalismo, Gianni Barbacetto e Davide Milosa, ora firme del Fatto Quotidiano. La serata, incentrata su vari temi tra cui principalmente la mafia in Lombardia , il concetto di legalità e la necessità di trasparenza nell’amministrazione di un territorio, è stata condotta da Elena Schiavo (Italia dei valori di Desenzano) con l’intervento della candidata sindaco Annamaria Damiano ( IDV, SEL e Desenzano in Movimento). Gianni Barbacetto- come ha spiegato Elena Schiavo- è un maestro del giornalismo di inchiesta, in alcuni suoi libri (“La Milano degli scandali”, “Compagni che sbagliano”, “Mani sporche”) ha addirittura anticipato filoni giudiziari e processuali eccellenti come mani Pulite o il caso Penati. Collaboratore anche di trasmissioni televisive, con Santoro per Anno Zero e con Lucarelli per “Blu notte”, Barbacetto è inoltre direttore dell’Osservatorio della microcriminalità organizzata in Lombardia. Indubbiamente un esperto in tema di mafie, corruzione e mala amministrazione. “Davvero un’opera importante “Le mani sulla città”- spiega Elena Schiavo- una ricerca corposa e sistematica con cui vengono rappresentati gli ambienti lombardi in cui la ‘ndrangheta, e in parte la camorra, è fortemente radicata”. Le fonti sono certe (testi di informative, richieste di arresti e sentenze) che certificano politici ‘nostrani’ eletti grazie ai voti della mafia, boss e affiliati: i temibili cognomi Papalia, Morabito, Lampada, Barbaro e Zagaria si confondono con i cognomi ‘nordici’ dei Luraghi, Perego e Locatelli. Intermediari e imprenditori compiacenti.
“Gli ‘ndraghetisti ‘puri’ al nord non sono più di ‘500- precisa Barbacetto- non un gran numero, il problema è che molti più imprenditori o operatori finanziari pensano di fare guadagni facili collaborando con le cosche (vd. smaltimento rifiuti speciali), ma poi si ritrovano rovinati…”. Ma tutto questo riguarda solo Milano e la sua provincia? Assolutamente no! Elena Schiavo legge al pubblico un trafiletto di cronaca ritagliato da un quotidiano del 5 dicembre. Parla di un imprenditore di Mazzano, gambizzato mentre era alla guida della sua auto, sulla tangenziale, da due sconosciuti su una moto, indaga la polizia di Desenzano. Barbacetto scuote la testa: davvero difficile pensare al movente passionale!!
Quindi la mafia è a Brescia, nella nostra provincia? Certo edè un fatto ormai acclarato. Annamaria Damiano, candidata a Sindco per Desenzano, interviene proponendo una sorta di protocollo per la legalità, un impegno che come amministratice porterà avanti per radiografare, a scanso di ombre o sospetti, tutte le imprese che lavoreranno sul territorio. “Sono già in contatto- spiega Annamaria Damiano- con i sindaci di comuni virtuosi nella lotta alla mafia e che aderiscono a una rete per la stesura a l’attuazione di di sistemi di controllo seri, veri contro l’infiltrazione delle mafie negli appalti”. Già… gli appalti, le grandi opere e le speculazioni edilizie: sono certamente questi, spiega Barbacetto, i settori più a rischio criminaità. La serata si scalda, e non si può non ricordare la vergognosa vicenda delle mazzette al politico bresciano Nicoli Cristiani (vice presidente in regione, già assessore) ora in carcere; si arriva quindi a parlare, in toni anche espliciti, delle grandi speculazioni edilizie in arrivo a Desenzano (loc. Tassere e Le Grezze), contro cui l’opposizione si è tanto battuta e per cui si sta muovendo addirittura un comitato (formato da varie associazioni e partiti) per un referendum. Su questi temi il pubblico si esprime con calore: quasi sempre non si capisce chi sia l’impresa committente,chi ci sia dietro. Come si può essere sicuri che le ditte siano ‘pulite’? Chi interviene spiega come in questi casi i cittadini siano soli perché i politici, e quindi le istituzioni, non hanno a cuore la difesa del territorio. Tra il pubblico c’è anche chi denuncia la solitudine di chi vorrebbe parlare, denunciare ma poi viene lasciato solo.
“E’ giusto indignarsi- conclude Barbacetto- ma non si deve generalizzare. Non sempre vale l’equazione speculazione edilizia-mafia, inoltre le srl a scatola cinese vengono così costituite per ragioni fiscali…non una bella cosa certo, non sempre sono lavatrici di denaro sporco. Sull’inchiesta Niccoli Cristiani però posso solo dire questo: non è finita e avrete sicuramente clamorose novità”.
Intanto è arrivata la notizia dell’arresto del boss dei casalesi Michele Zagaria: proprio in “Le mani sulla città” si legge di come ‘capastorta’ abbia reciclato in un finto ufficio import-export al centro di Milano più di cinque milioni di euro in un anno. Ma ora è in carcere…