Martedi 9 giugno 2009
L’Italia dei Valori: «Ora tocca al Pd»
De Toni guarda al Governo: «Il Partito Democratico deve dirci cosa vuole fare» Quanto al Broletto, «daremo risposte ai bresciani dai banchi dell’opposizione»
Che l’Italia dei Valori fosse in crescita di consensi si sapeva, ma un exploit del genere non era facilmente ipotizzabile. Sul piano nazionale, alle elezioni europee il partito guidato da Antonio Di Pietro sfiora l’8 per cento, quasi il doppio delle politiche dello scorso anno. E lusinghiero, il risultato, lo è anche per quanto riguarda l’analisi del voto europeo a Brescia, dove l’Idv ha ottenuto il 5,54 per cento (nel 2004 era all’1,3 e alle politiche del 2008 al 3,09). Leggermente più basso - 4,8 circa - il voto alle provinciali, dove l’Italia dei Valori si è presentata in solitudine a sostegno di Gianpiero De Toni. Il quale ringrazia gli elettori, parla di vittoria netta di Daniele Molgora, «il segno che l’elettorato ha votato per la continuità», e aggiunge che il suo partito farà ogni sforzo, dai banchi dell’opposizione, «per dare le risposte che un milione e 300 mila cittadini bresciani ancora attendono».I CONSENSI leggermente inferiori per il suo partito alle provinciali, li spiega così: «Il punto di partenza era diverso - afferma -. Sappiamo qual è il peso della Lega nelle valli e sappiamo che costruire una presenza organizzata non è semplice. Per noi era anche la prima volta che ci presentavamo alle elezioni provinciali da soli». Per il parlamentare è comunque indubbio che la vera novità di questa tornata elettorale sia proprio il successo dell’Italia dei Valori, un successo che secondo De Toni si spiega con «la crisi, non solo economica, che attraversa l’Italia». «L’altra novità del voto è la Lega - osserva il parlamentare -: noi siamo alternativi a loro, ora tocca al Partito Democratico fare le sue riflessioni».IL TEMA che Di Pietro e gli altri leader nazionali del partito continuano a ripetere in queste ore è la costruzione dell’«alternativa di governo», un’affermazione che è diretta conseguenza dell’analisi del voto. «Al congresso nazionale dello scorso anno a Vasto abbiamo detto che Berlusconi è la maga Circe che attrae - ricorda De Toni -. Resta il fatto che quest’anno Berlusconi si è fermato al 35 per cento, una tendenza da leggere in modo chiaro. Non so se è già finito un ciclo politico, ma credo però che sia iniziata la discesa. Ed è in questo senso che noi ci attiviamo per essere alternativa di governo». E anche di valori, aggiunge De Toni: «La Lega è il partito delle paure e delle ansie - sottolinea -, una formazione che spesso non dà prova di grande civiltà. Si tratta di capire se a vincere debbano essere le ronde o se invece al centro debba essere messa la persona».La costruzione dell’alternativa passa inevitabilmente dal rapporto con il Partito Democratico. Anche su questo De Toni è chiaro: «Noi chiediamo solo una cosa al Partito Democratico - spiega -: che non si fidi di Berlusconi, una persona con la quale non è possibile dialogare di riforme o di altri grandi temi, perché cambia sempre le carte». E, se questa è la richiesta, per il resto De Toni sottolinea «il grande valore del maggiore partito di opposizione» e dice: «Noi ci siamo». Il parlamentare invita anche il Pd a diffidare di chi, come l’Udc, adotta la politica dei due forni di democristiana memoria, quella che tradotta nella situazione di oggi porta l’Udc a «non chiarire da che parte vuole stare». Insomma, il messaggio che De Toni manda a dire è «chiarezza nei comportamenti e nelle posizioni». DE TONI è anche consapevole che i voti di Pd e Italia dei Valori non sono sufficienti per riuscire a costruire un’alternativa di governo. E guarda all’elettorato di sinistra: «C’è una sinistra in difficoltà non indifferente - rileva -, un voto alla ricerca di qualcosa che che non c’è. Di questo dobbiamo riflettere: personalmente ho un grande rispetto nei confronti di quell’elettorato che si impegna ed è leale». E in quel «bisogna riflettere» De Toni lascia intendere che Italia dei Valori e Pd devono farsi carico «in modo responsabile» anche di quei voti che in questo momento non trovano rappresentanza in parlamento. Per evitare che, privi di voce, quei voti finiscano da altre parti. Di tutto questo, annuncia De Toni, si discuterà il prossimo 22 giugno al Consiglio nazionale del partito. Al centro, la costruzione dell’alternativa di governo e la tessitura dei legami con gli altri partiti di opposizione al centrodestra.
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