Sanità lombarda, i medici sui tagli: «Danni profondi»
IL CONVEGNO. Promosso dall'Italia dei Valori all'hotel Industria. Falsetti (Umi): «Burocrazia a discapito dei malati» Ma Formigoni: «La qualità delle cure è altissima»
28/11/2011
Il tavolo dei relatori all'hotel Industria. Nell'incontro si è discusso anche di una malattia rara, la Sclerosi sistemica La sanità lombarda continua a essere al centro delle polemiche. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha dichiarato che «finché ci saremo io e la Regione garantiremo il meglio dei servizi. Le risorse pubbliche diminuiscono, ma quando è stato necessario abbiamo chiesto la partecipazione dei cittadini attraverso i ticket, e la risposta è stata positiva: l'importante è far vedere che la qualità delle cure è altissima e che le strutture sono le migliori».
Di tutt'altro avviso i partiti di opposizione che fanno notare come nonostante la Regione abbia beneficiato di un maggior introito da parte dello Stato in materia di sanità (250 milioni in più rispetto all'anno scorso, per un totale di 17 miliardi e 400 milioni), Brescia vedrà tagliati di 25 milioni i servizi relativi alla salute.
«LA GIUSTIFICAZIONE di questo tagli con l'aumento dell'inflazione non ha senso - ha sostenuto Francesco Patitucci, consigliere regionale dell'Italia dei valori -. A Brescia non c'è la guardia medica pediatrica, chiudono i consultori e i centri di prelievo pubblici per fare spazio a quelli privati. Questa è la politica della Regione: favorire i privati. Ma poi emergono gli scandali, come l'enorme buco del San Raffaele».
Patitucci è intervenuto in un convegno organizzato all'Hotel Industria di via Orzinuovi dall'Idv dal titolo «Sanità tra criticità e prospettive», a cui hanno partecipato medici e politici del partito, per inquadrare la situazione della sanità lombarda. Francesco Falsetti, presidente dell'Unione medici italiani, ha criticato l'atteggiamento del precedente governo nei confronti della Pubblica amministrazione, in cui ricade anche la sanità: «Brunetta e Tremonti hanno fatto tagli che hanno colpito tutti indistintamente, arrecando un danno al nostro settore. Ma anche la manovra sulle pensioni causerà profondi danni: ci sarà una fuga dagli ospedali dei medici più anziani, con una perdita di esperienza e capacità e un impoverimento della professionalità non facilmente sostituibile a breve termine». Falsetti ha rivendicato il ruolo che i medici dovrebbero avere nella definizione del loro futuro, collaborando con la politica, e ha sottolineato un aspetto che grava pesantemente sul rapporto medico-paziente: «La burocratizzazione della sanità va tutta a discapito del malato, il sistema informatico lombardo costa molto e funziona male».
Dello stesso parere Mario Modafferi, specialista di Chirurgia generale, secondo cui «i medici non guardano più in faccia i loro pazienti, ma solo lo schermo del computer: abbiamo il tempo contato, non parliamo più con i pazienti. A questo si aggiungono tanti problemi, tra cui l'intasamento dei Pronto soccorso, le lunghe liste d'attesa, le dimissioni precoci che spostano il carico assistenziale sulle famiglie. Il compito delle aziende sanitarie è quello di riconoscere gli sprechi e di tagliarli, ma la politica deve fare la sua parte».
NEL CORSO dell'incontro è stata presentata anche una malattia rara, la Sclerosi sistemica, che nonostante sul territorio italiano conti il maggior numero di casi in Lombardia (3.628, di cui il dieci per cento nella provincia di Brescia) non ha ancora avuto un riconoscimento dalla Regione: «Con l'Idv abbiamo presentato una mozione in consiglio regionale perché chi soffre di questa patologia abbia un sostegno - ha rivelato la presidente della Lega italiana sclerosi sistemica, Manuela Aloise -. In Italia non c'è attenzione per questa malattia, che si riversa tutta sulle famiglie».
Ivan Rota, parlamentare dell'Idv, ha cercato di rispondere alle sollecitazioni degli altri relatori, sostenendo che «non è possibile che ci sia disparità tra Nord e Sud, tutti hanno lo stesso diritto a essere curati, come afferma la Costituzione. Sulla Lombardia si dice che la sanità è eccellenza, ma è un business in mano alla stessa area politica e culturale, e la meritocrazia non esiste. La politica e i medici si devono mettere insieme per fare l'interesse della collettività, uscendo dalla logica secondo cui chi è più furbo la spunta sempre».
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