martedì 1 dicembre 2009

Intervento Sen. De Toni, commemorazione Luigi Granelli

COMMEMORAZIONE LUIGI GRANELLI
INTERVENTO SEN. DE TONI IN AULA
1° DICEMBRE 2009


DE TONI - Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Rappresentanti del Governo, oggi l’Assemblea del Senato, a dieci anni dalla scomparsa, ricorda Luigi Granelli, una delle principali personalità della storia della nostra Repubblica, figura emblematica del cattolicesimo politico, di cui per oltre mezzo secolo è stato l’animo irrequieto.
Per chi come me da giovane, insieme a tanti altri, si è avvicinato alla politica seguendo le idee e l’azione del compianto Vicepresidente del Senato (92-94), l’emozione in quest’aula è davvero forte.
Granelli, un figlio della mia terra – Lovere, Lago d’Iseo, Vallecamonica – cui ha dato lustro e vanto della sua memoria e delle sue origini……. possiamo essere e dobbiamo esserne orgogliosi.
Operaio all’Italsider, uomo di governo, sincero democratico, coerente pacifista, impegnato in tante giuste battaglie per combattere le disuguaglianze e i disagi umani e sociali del Paese.
Uomo della Democrazia Cristiana, intimamente legato a Marcora, con un gruppo di militanti in larga parte giovani, a Belgirate sul lago Maggiore, ha contribuito alla fondazione della sinistra di base, per dare un nuovo respiro all’iniziativa delle forze di sinistra nel partito di ispirazione cristiana.
I valori di giustizia sociale e di promozione e affermazione dei diritti del lavoro, a cui ha ispirato tutta la sua partecipazione politica, nascono dall’esperienza giovanile in fabbrica, dove entra in contatto con quei gruppi sindacali e politici che considerano questi, essenziali valori democratici.


La partecipazione all’Azione Cattolica gli permette di entrare in contatto con le principali espressioni del cattolicesimo europeo – Maritain e Mounier - elaborando così le sue teorie sullo sviluppo della società e sui rapporti tra Fede e politica.
Non possiamo che emozionarci ricordando un uomo che nella sua esperienza politica ha affrontato con posizioni oltranziste temi oggi attualissimi.
Fu Granelli, infatti come uomo di governo, sottosegretario agli affari esteri a interrompere il tradizionale disinteresse della politica nazionale dei nostri emigrati all’estero.
Fu Granelli, come Ministro della Ricerca scientifica, ad aumentare con decisione la spesa per la ricerca, a istituire un laboratorio per le biotecnologie a Trieste, a costituire l’Agenzia Spaziale Italiana, ad autorizzare l’insediamento della macchina di Sincrotrone affidandolo alla guida del premio Nobel Rubbia per contrastare la fuga di cervelli, consapevole dei danni che questa aveva e avrebbe causato impoverendo per decenni il mondo della ricerca scientifica nazionale.
Fu sempre Granelli, pur essendo all’epoca Ministro delle Partecipazioni Statali, a promuovere la privatizzazione di Mediobanca e della Lane Rossi ma a opporsi fermamente all’accordo Eni-Gardini sul progetto Enimont intuendone i termini che avrebbero causato la crisi e il fallimento.
Durante i suoi mandati parlamentari spesso assunse posizioni diverse rispetto a quelle ufficiali della DC, ma sempre facendo valere la propria autonomia di giudizio e la propria obiezione di coscienza limitatamente alla fase di contributo al dibattito per la definizione
dei provvedimenti, rientrando nei limiti della disciplina del partito nelle fasi conclusive del voto.


Meritano a questo proposito essere ricordate le sue battaglie contro la legge Mammì sull’emittenza radiotelevisiva, frutto della perspicace intuizione riguardo la condizione di privilegio che si andava delineando, e che poi ha trovato piena conferma nei fatti, per la posizione dominante dell’allora Fininvest nei settori della comunicazione e dello sfruttamento delle risorse pubblicitarie.
Oggi ancora una volta è giusto rendergli omaggio per l’intensità della sua partecipazione alla battaglia delle idee, per la sua costante presenza in ogni fase del dibattito politico, per l’impegno affinché venissero assicurati i rapporti di forza nella Società e nelle istituzioni, nel rispetto dei più alti livelli di giustizia sociale e di equilibrio dei poteri tra pubblico e privato.
Maestro e discepolo del pensiero democratico e cristiano, interprete autentico del cattolicesimo politico, uomo del novecento, mite e generoso, sempre pronto a combattere sulle barricate delle cose difficili. Laico nella sua fede, profetico nel suo agire, ha saputo cogliere fino in fondo lo spirito profondo che emerge dal messaggio del bresciano Cardinal Bevilacqua, laddove nel 1925 davanti ai fascisti che volevano soffocare la sua limpida voce di libertà e minacciavano di fargli pagar caro le sue idee, rispondeva «le idee non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano.»
Granelli ha vissuto così, rifiutando ogni rassegnazione in un tempo fortemente carico di incertezze, con quell’animo limpido e cristallino che consegna a noi, a quest’Aula, alle future generazioni, il senso pieno della memoria di futuro.

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