sabato 6 novembre 2010

Idv difende le intercettazioni

PROCESSO FORTUGNO. Udienza al Palagiustizia, presidio fuori

Idv difende le intercettazioni
In aula la verifica dell'accusa


Anche ieri presidio contro la mafia davanti al Palagiustizia
Dentro e fuori dall'aula, «l'importante è parlarne». Parlare della trama che la criminalità organizzata può intessere non solo al Sud, ma anche al Nord. Brescia compresa. Ne sono convinti il Comitato Antimafia Peppino Impastato, i Giovani dell'Italia dei Valori e il gruppo studentesco «Legalità e giustizia» che ieri davanti al Palagiustizia di via Gambara hanno continuato la campagna di solidarietà verso i testimoni del processo a carico dei fratelli Fortugno (secondo l'accusa legati alla cosca dei Piromalli di Gioia Tauro) e altri 10 imputati (rispondono, a vario titolo, di ricettazione, estorsione, traffico di armi e droga e sfruttamento della prostituzione). Presente al presidio anche Francesco Patitucci, consigliere regionale Idv, che nelle scorse settimane ha lanciato l'allarme mafia tra i banchi del Pirellone in vista di Expo 2015. «La mafia è come un cancro che, se non è curato, rischia di andare in metastasi - ha commentato -: la terapia, in questo caso, è la parola. Da un lato dobbiamo parlare come fanno questi giovani, nelle manifestazioni pubbliche e tra la gente; dall'altro dobbiamo contrastare le leggi che in un certo senso aiutano la criminalità organizzata: vietare le intercettazioni, per esempio. significherebbe stroncare l'80 per cento del lavoro d'inchiesta».
Proprio le intercettazioni, ambientali o telefoniche, ieri sono state al centro della quinta udienza del processo a Palazzo di Giustizia. In aula, chiamato a deporre dal pm Paolo Savio, Claudio Pederzolli, oggi in servizio al Commissariato di Polizia di Riva del Garda, ma all'epoca dei fatti (2004) agente della Squadra Mobile di Brescia. Poco meno di quattro ore per ripercorrere le fasi d'indagine dell'operazione Didone, «nata nel 2003 da alcune confidenze secondo cui nel Basso Garda soggetti criminali sontrollavano la gestione dei locali». E' il 13 luglio 2004, per esempio, quando il titolare del «Baraonda» denuncia per minacce Guido Catapano (futuro pentito): una miccia che accende le richieste di intercettazioni, inizialmente a Guido Catapano e Rocco Fortugno. Il loro rapporto si interrompe improvvisamente, pare, proprio per la contesa sul controllo dei night, partita in cui anche Gaetano Commercio, commercialista dei Fortugno, avrebbe avuto secondo l'accusa un ruolo significativo. Ma la difesa contesta: è soltanto un'ipotes

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