Intervento in Aula Sen. Gianpiero De Toni
10 novembre 2009 - 276ª Seduta Pubblica
Ordine del giorno:
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)
DE TONI (IdV). Signora Presidente, illustrerò gli emendamenti 2.340, 2.377, 2.491 2.553, 2.559 e 2.575.
Quanto al Piano straordinario di edilizia pubblica, l'articolo 10 della Costituzione italiana stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Tra di esse spicca il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, ratifica ai sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881. In particolare, è norma di legge dello Stato italiano l'articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, che prevede che gli Stati riconoscano il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario ed alloggio adeguato, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita.
Troppo spesso il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali ha palesato preoccupazione nei confronti del modus operandi dello Stato italiano, che sembra non accettare ancora che alcuni diritti economici, sociali e culturali, vengano accolti. Il Comitato ha espresso perplessità anche per il continuo aumento degli affitti, la privatizzazione dell'edilizia popolare ed il deficit di edilizia sociale per le famiglie a reddito basso. La spesa statale in materia di edilizia residenziale è prevalentemente indiretta, cioè delegata a soggetti pubblici quali gli enti locali, ma il processo di decisione, dalla pianificazione all'attuazione, è statale e non appare strutturato per dare un contenuto di efficienza ed efficacia a tale delega. Le decisioni di investimento sono abitualmente assunte sulla base di accordi tra amministrazioni senza il supporto della valutazione economica che, invece, dovrebbe essere introdotta già nella fase di pianificazione, seguendo linee guida obbligatorie, standardizzate e metodologicamente solide, in modo che il soggetto finanziatore - il Ministero delle infrastrutture - possa confrontare progetti concorrenti, definire le conseguenti priorità in modo trasparente ed adottare scelte razionali.
Complessivamente prevale, a nostro avviso, una logica di processo piuttosto che di risultato: gli obiettivi dei diversi programmi di spesa ed i risultati attesi non sono chiaramente individuati e gli indicatori per misurarli non sono adeguatamente definiti e quantificati. Preliminare, tuttavia, ad un diverso processo pianificatorio in materia di edilizia residenziale è lo stanziamento di risorse necessarie per far fronte alle esigenze abitative della popolazione meno abbiente.
In questa già critica situazione il Governo ha, invece, scelto di apportare una variazione negativa agli stanziamenti previsti per il Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica. Con l'emendamento 2.340, al fine di compensare la suddetta variazione negativa, l'Italia dei Valori auspica l'incremento di 5,5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2010-2012.
L'emendamento 2.377 fa invece riferimento al Fondo per gli interventi straordinari. Alla luce di recenti stime, in Italia ci sarebbero non meno di 80.000 edifici pubblici da consolidare e mettere in sicurezza. In particolare, circa 22.000 edifici scolastici sono in zone sismiche, 16.000 in zone ad alto rischio e circa 9.000 non sono costruiti con criteri antisismici moderni. Dall'evento sismico che ha così tragicamente colpito l'Abruzzo è emerso un imperativo categorico: provvedere alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici, officine del sapere dei nostri giovani, come ha tante volte ribadito il senatore Astore nei suoi interventi. È inaccettabile che lo Stato, quasi fosse un Giano bifronte, imponga ai propri imprenditori di garantire la sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro (il pensiero corre al decreto legislativo n. 81 del 2008) e poi sia il primo a sottrarsi davvero a tale dovere. È inaccettabile che dopo i ripetuti e drammatici casi di crollo di edifici scolastici vi siano ancora scuole che non siano messe in sicurezza statica per mancanza di stanziamenti.
All'uopo, con il presente emendamento intendiamo proporre di incrementare di 25 milioni di euro il Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei ministri, istituito con decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269. Il suddetto Fondo è volto a contribuire alla realizzazione di interventi infrastrutturali, con priorità per quelli connessi alla riduzione del rischio sismico e per far fronte ad eventi straordinari nei territori degli enti locali, delle aree metropolitane e delle città d'arte. Alla luce dei drammatici fatti verificatosi che hanno palesato l'inadeguatezza delle nostre infrastrutture a fronteggiare il rischio sismico, si auspica il suddetto incremento al fine di realizzare interventi di adeguamento strutturale degli edifici del sistema scolastico, con particolare riferimento agli interventi di eliminazione e mitigazione del rischio e messa in sicurezza statica, nonché alla costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti ove sottoposti a rischio sismico o idrogeologico.
L'emendamento 2.491 affronta invece la questione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), cercando di porre rimedio al taglio di risorse attuato nei confronti di tale ente. In particolare, si incrementa di 7 milioni di euro per gli anni 2010, 2011 e 2012 lo stanziamento previsto nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo e sicurezza del trasporto aereo» della voce del decreto legislativo n. 250 del 1997 «Articolo 7, rubricato Istituzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (E.N.A.C.)».
L'emendamento 2.553 attiene al Fondo perequativo a favore delle autorità portuali. Il Piano generale della mobilità, riportato in sintesi nel DPEF 2008-2011, nel capitolo «Mobilità» prefigura azioni per realizzare un sistema di trasporti sicuro, efficace e sostenibile, enunciando i seguenti obiettivi su cui riprogrammare le scelte degli interventi sulle reti infrastrutturali: Mediterraneo e autostrade del mare; intermodalità, sia sotto il profilo del sostegno alle imprese per il combinato ferroviario e marittimo, sia con la realizzazione di interporti; politiche di sostegno alla portualità, attraverso servizi intermodali e piattaforme logistiche retroportuali, con la realizzazione di grandi porti di trans-shipment; trasporti sostenibili, con l'affidabilità dei servizi e dei diritti dei passeggeri; incremento dell'efficienza energetica e della propulsione ecocompatibile; riduzione dell'inquinamento ambientale; servizi di qualità per i passeggeri. All'uopo, si auspica l'incremento di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 del Fondo perequativo a favore delle autorità portuali.
Concludo illustrando l'emendamento 2.575, che attiene allo sviluppo del trasporto pubblico locale, argomento che riteniamo molto importante. L'assetto dei servizi pubblici locali, in particolare del trasporto, è da sempre oggetto del dibattito economico e politico. Il servizio di trasporto pubblico locale incide trasversalmente sulla vita dei cittadini, in particolare sul potere d'acquisto delle famiglie, sulla qualità dell'ambiente e sulla competitività delle imprese italiane. All'uopo, infatti, i costi tariffari del servizio di trasporto pubblico locale incidono fra il 10 e il 20 per cento sul reddito dei cittadini, a seconda dell'ampiezza, della famiglia e della zona geografica di residenza.
L'articolo 16 della Costituzione sancendo che «Ogni cittadino può circolare (...) liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale (...)», configura un diritto alla mobilità, ponendo in capo allo Stato l'onere di costituire le condizioni di diritto e di fatto che lo rendano effettivo. Alla luce dei dati forniti dal CENSIS, nel mese di marzo 2008 i pendolari in Italia ammontavano a più di 13 milioni (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Le deficienze più evidenti sembrano riconducibili alla scarsa pianificazione territoriale ed all'inadeguatezza del sistema infrastrutturale. Appare necessario adottare una politica programmatica di lungo periodo, al fine di incrementare la fruizione del trasporto pubblico locale, di migliorare la vivibilità dei tessuti urbani e la qualità dell'ambiente. Occorre, inoltre, conferire centralità alle specificità territoriali ed agli elementi di sostenibilità finanziaria ed ambientale dei progetti.
Nonostante le condizioni in cui versa il nostro sistema di trasporto pubblico locale, il Governo ha deciso di ridurre e tagliare i finanziamenti. Con il presente emendamento si vuole apportare un incremento di 20 milioni di euro per il 2010 ed il 2011 e di 110 milioni euro per il 2012 per il Fondo per la promozione ed il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale. In particolare, si incide nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo della mobilità locale.
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