ASSEMBLEA PROVINCIALE Brescia
Elezione Delegati Congresso Nazionale
SABATO 19 DICEMBRE 2009
Auditorium “Capretti” Istituto Artigianelli – Via Piamarta, 6 - Brescia
ORE 9,00 – 13,00
sabato 12 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
Il Coordinatore Provinciale Sen. De Toni e il Capogruppo alla Provincia Patitucci alla manifestazione No B-Day
sabato 5 dicembre 2009
DE TONI (IDV): NO B-DAY, UNA SPERANZA PER IL FUTURO
DE TONI (IDV): NO B-DAY, UNA SPERANZA PER IL FUTURO
ROMA, 5 dicembre - “Una folla oceanica, una manifestazione straordinaria, la gente è accorsa da tutta Italia. Sono orgoglioso che oggi in piazza, al mio fianco, c’era una delegazione di 150 nostri bresciani.” E’ quanto sostiene il senatore Gianpiero De Toni, coordinatore provinciale IDV Brescia. “Il popolo della rete che ha indetto la manifestazione – conclude De Toni - ha dato una spallata a questo governo ormai in agonia,che difendendo il Presidente del Consiglio dai processi, paralizza l’intero Paese e non fa nulla per superare la grave crisi economica che ci attanaglia.”
La strada – conclude il coordinatore provinciale - per uscire dal tunnel è ancora lunga ma i giovani che erano oggi in piazza sono la nostra speranza per il futuro.”
ROMA, 5 dicembre - “Una folla oceanica, una manifestazione straordinaria, la gente è accorsa da tutta Italia. Sono orgoglioso che oggi in piazza, al mio fianco, c’era una delegazione di 150 nostri bresciani.” E’ quanto sostiene il senatore Gianpiero De Toni, coordinatore provinciale IDV Brescia. “Il popolo della rete che ha indetto la manifestazione – conclude De Toni - ha dato una spallata a questo governo ormai in agonia,che difendendo il Presidente del Consiglio dai processi, paralizza l’intero Paese e non fa nulla per superare la grave crisi economica che ci attanaglia.”
La strada – conclude il coordinatore provinciale - per uscire dal tunnel è ancora lunga ma i giovani che erano oggi in piazza sono la nostra speranza per il futuro.”
mercoledì 2 dicembre 2009
Incontro Donne Idv Brescia
INCONTRO DONNE IDV BRESCIA
Venerdì 4 dicembre 2009 ore 20,30
presso la Sede di Italia dei Valori - Via Saffi, 16 Brescia
Venerdì 4 dicembre 2009 ore 20,30
presso la Sede di Italia dei Valori - Via Saffi, 16 Brescia
martedì 1 dicembre 2009
Intervento Sen. De Toni, commemorazione Luigi Granelli
COMMEMORAZIONE LUIGI GRANELLI
INTERVENTO SEN. DE TONI IN AULA
1° DICEMBRE 2009
DE TONI - Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Rappresentanti del Governo, oggi l’Assemblea del Senato, a dieci anni dalla scomparsa, ricorda Luigi Granelli, una delle principali personalità della storia della nostra Repubblica, figura emblematica del cattolicesimo politico, di cui per oltre mezzo secolo è stato l’animo irrequieto.
Per chi come me da giovane, insieme a tanti altri, si è avvicinato alla politica seguendo le idee e l’azione del compianto Vicepresidente del Senato (92-94), l’emozione in quest’aula è davvero forte.
Granelli, un figlio della mia terra – Lovere, Lago d’Iseo, Vallecamonica – cui ha dato lustro e vanto della sua memoria e delle sue origini……. possiamo essere e dobbiamo esserne orgogliosi.
Operaio all’Italsider, uomo di governo, sincero democratico, coerente pacifista, impegnato in tante giuste battaglie per combattere le disuguaglianze e i disagi umani e sociali del Paese.
Uomo della Democrazia Cristiana, intimamente legato a Marcora, con un gruppo di militanti in larga parte giovani, a Belgirate sul lago Maggiore, ha contribuito alla fondazione della sinistra di base, per dare un nuovo respiro all’iniziativa delle forze di sinistra nel partito di ispirazione cristiana.
I valori di giustizia sociale e di promozione e affermazione dei diritti del lavoro, a cui ha ispirato tutta la sua partecipazione politica, nascono dall’esperienza giovanile in fabbrica, dove entra in contatto con quei gruppi sindacali e politici che considerano questi, essenziali valori democratici.
La partecipazione all’Azione Cattolica gli permette di entrare in contatto con le principali espressioni del cattolicesimo europeo – Maritain e Mounier - elaborando così le sue teorie sullo sviluppo della società e sui rapporti tra Fede e politica.
Non possiamo che emozionarci ricordando un uomo che nella sua esperienza politica ha affrontato con posizioni oltranziste temi oggi attualissimi.
Fu Granelli, infatti come uomo di governo, sottosegretario agli affari esteri a interrompere il tradizionale disinteresse della politica nazionale dei nostri emigrati all’estero.
Fu Granelli, come Ministro della Ricerca scientifica, ad aumentare con decisione la spesa per la ricerca, a istituire un laboratorio per le biotecnologie a Trieste, a costituire l’Agenzia Spaziale Italiana, ad autorizzare l’insediamento della macchina di Sincrotrone affidandolo alla guida del premio Nobel Rubbia per contrastare la fuga di cervelli, consapevole dei danni che questa aveva e avrebbe causato impoverendo per decenni il mondo della ricerca scientifica nazionale.
Fu sempre Granelli, pur essendo all’epoca Ministro delle Partecipazioni Statali, a promuovere la privatizzazione di Mediobanca e della Lane Rossi ma a opporsi fermamente all’accordo Eni-Gardini sul progetto Enimont intuendone i termini che avrebbero causato la crisi e il fallimento.
Durante i suoi mandati parlamentari spesso assunse posizioni diverse rispetto a quelle ufficiali della DC, ma sempre facendo valere la propria autonomia di giudizio e la propria obiezione di coscienza limitatamente alla fase di contributo al dibattito per la definizione
dei provvedimenti, rientrando nei limiti della disciplina del partito nelle fasi conclusive del voto.
Meritano a questo proposito essere ricordate le sue battaglie contro la legge Mammì sull’emittenza radiotelevisiva, frutto della perspicace intuizione riguardo la condizione di privilegio che si andava delineando, e che poi ha trovato piena conferma nei fatti, per la posizione dominante dell’allora Fininvest nei settori della comunicazione e dello sfruttamento delle risorse pubblicitarie.
Oggi ancora una volta è giusto rendergli omaggio per l’intensità della sua partecipazione alla battaglia delle idee, per la sua costante presenza in ogni fase del dibattito politico, per l’impegno affinché venissero assicurati i rapporti di forza nella Società e nelle istituzioni, nel rispetto dei più alti livelli di giustizia sociale e di equilibrio dei poteri tra pubblico e privato.
Maestro e discepolo del pensiero democratico e cristiano, interprete autentico del cattolicesimo politico, uomo del novecento, mite e generoso, sempre pronto a combattere sulle barricate delle cose difficili. Laico nella sua fede, profetico nel suo agire, ha saputo cogliere fino in fondo lo spirito profondo che emerge dal messaggio del bresciano Cardinal Bevilacqua, laddove nel 1925 davanti ai fascisti che volevano soffocare la sua limpida voce di libertà e minacciavano di fargli pagar caro le sue idee, rispondeva «le idee non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano.»
Granelli ha vissuto così, rifiutando ogni rassegnazione in un tempo fortemente carico di incertezze, con quell’animo limpido e cristallino che consegna a noi, a quest’Aula, alle future generazioni, il senso pieno della memoria di futuro.
INTERVENTO SEN. DE TONI IN AULA
1° DICEMBRE 2009
DE TONI - Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Rappresentanti del Governo, oggi l’Assemblea del Senato, a dieci anni dalla scomparsa, ricorda Luigi Granelli, una delle principali personalità della storia della nostra Repubblica, figura emblematica del cattolicesimo politico, di cui per oltre mezzo secolo è stato l’animo irrequieto.
Per chi come me da giovane, insieme a tanti altri, si è avvicinato alla politica seguendo le idee e l’azione del compianto Vicepresidente del Senato (92-94), l’emozione in quest’aula è davvero forte.
Granelli, un figlio della mia terra – Lovere, Lago d’Iseo, Vallecamonica – cui ha dato lustro e vanto della sua memoria e delle sue origini……. possiamo essere e dobbiamo esserne orgogliosi.
Operaio all’Italsider, uomo di governo, sincero democratico, coerente pacifista, impegnato in tante giuste battaglie per combattere le disuguaglianze e i disagi umani e sociali del Paese.
Uomo della Democrazia Cristiana, intimamente legato a Marcora, con un gruppo di militanti in larga parte giovani, a Belgirate sul lago Maggiore, ha contribuito alla fondazione della sinistra di base, per dare un nuovo respiro all’iniziativa delle forze di sinistra nel partito di ispirazione cristiana.
I valori di giustizia sociale e di promozione e affermazione dei diritti del lavoro, a cui ha ispirato tutta la sua partecipazione politica, nascono dall’esperienza giovanile in fabbrica, dove entra in contatto con quei gruppi sindacali e politici che considerano questi, essenziali valori democratici.
La partecipazione all’Azione Cattolica gli permette di entrare in contatto con le principali espressioni del cattolicesimo europeo – Maritain e Mounier - elaborando così le sue teorie sullo sviluppo della società e sui rapporti tra Fede e politica.
Non possiamo che emozionarci ricordando un uomo che nella sua esperienza politica ha affrontato con posizioni oltranziste temi oggi attualissimi.
Fu Granelli, infatti come uomo di governo, sottosegretario agli affari esteri a interrompere il tradizionale disinteresse della politica nazionale dei nostri emigrati all’estero.
Fu Granelli, come Ministro della Ricerca scientifica, ad aumentare con decisione la spesa per la ricerca, a istituire un laboratorio per le biotecnologie a Trieste, a costituire l’Agenzia Spaziale Italiana, ad autorizzare l’insediamento della macchina di Sincrotrone affidandolo alla guida del premio Nobel Rubbia per contrastare la fuga di cervelli, consapevole dei danni che questa aveva e avrebbe causato impoverendo per decenni il mondo della ricerca scientifica nazionale.
Fu sempre Granelli, pur essendo all’epoca Ministro delle Partecipazioni Statali, a promuovere la privatizzazione di Mediobanca e della Lane Rossi ma a opporsi fermamente all’accordo Eni-Gardini sul progetto Enimont intuendone i termini che avrebbero causato la crisi e il fallimento.
Durante i suoi mandati parlamentari spesso assunse posizioni diverse rispetto a quelle ufficiali della DC, ma sempre facendo valere la propria autonomia di giudizio e la propria obiezione di coscienza limitatamente alla fase di contributo al dibattito per la definizione
dei provvedimenti, rientrando nei limiti della disciplina del partito nelle fasi conclusive del voto.
Meritano a questo proposito essere ricordate le sue battaglie contro la legge Mammì sull’emittenza radiotelevisiva, frutto della perspicace intuizione riguardo la condizione di privilegio che si andava delineando, e che poi ha trovato piena conferma nei fatti, per la posizione dominante dell’allora Fininvest nei settori della comunicazione e dello sfruttamento delle risorse pubblicitarie.
Oggi ancora una volta è giusto rendergli omaggio per l’intensità della sua partecipazione alla battaglia delle idee, per la sua costante presenza in ogni fase del dibattito politico, per l’impegno affinché venissero assicurati i rapporti di forza nella Società e nelle istituzioni, nel rispetto dei più alti livelli di giustizia sociale e di equilibrio dei poteri tra pubblico e privato.
Maestro e discepolo del pensiero democratico e cristiano, interprete autentico del cattolicesimo politico, uomo del novecento, mite e generoso, sempre pronto a combattere sulle barricate delle cose difficili. Laico nella sua fede, profetico nel suo agire, ha saputo cogliere fino in fondo lo spirito profondo che emerge dal messaggio del bresciano Cardinal Bevilacqua, laddove nel 1925 davanti ai fascisti che volevano soffocare la sua limpida voce di libertà e minacciavano di fargli pagar caro le sue idee, rispondeva «le idee non valgono per quello che rendono, ma per quello che costano.»
Granelli ha vissuto così, rifiutando ogni rassegnazione in un tempo fortemente carico di incertezze, con quell’animo limpido e cristallino che consegna a noi, a quest’Aula, alle future generazioni, il senso pieno della memoria di futuro.
Di Pietro, a proposito di Crocifisso
Antonio Di Pietro 1/12/09 A proposito di CROCIFISSO
''Il crocifisso e' segno di amore, concordia e misericordia. Credo che non debba essere strumentalizzato''. Lo ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando, all'Aquila, la proposta leghista di inserire il crocifisso nella bandiera italiana. ''Io mi battero' sempre per difendere questo simbolo, che unisce i popoli indipendentemente dalle religioni, e fa parte della nostra cultura. Questo pero' - ha proseguito Di Pietro - non legittima una forza politica come la Lega, che fino a ieri con la bandiera italiana ci voleva andare al cesso, a utilizzarlo oggi per strumentalizzazioni politiche che confondono la laicita' dello Stato con la necessita' della fede''
''Il crocifisso e' segno di amore, concordia e misericordia. Credo che non debba essere strumentalizzato''. Lo ha detto il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando, all'Aquila, la proposta leghista di inserire il crocifisso nella bandiera italiana. ''Io mi battero' sempre per difendere questo simbolo, che unisce i popoli indipendentemente dalle religioni, e fa parte della nostra cultura. Questo pero' - ha proseguito Di Pietro - non legittima una forza politica come la Lega, che fino a ieri con la bandiera italiana ci voleva andare al cesso, a utilizzarlo oggi per strumentalizzazioni politiche che confondono la laicita' dello Stato con la necessita' della fede''
sabato 28 novembre 2009
Precisazioni del Sen. De Toni in merito alla viabilità in Valle Camonica
Lettera al direttore del Giornale di Brescia
28 novembre 2009
PRECISAZIONI
Viabilità e grandi opere in Valcamonica
In merito alla lettera comparsa il 25 novembre 2009, a pagina quarantasette del suo giornale, ritengo doverose alcune precisazioni e necessaria la rettifica di alcune dichiarazioni in essa contenute.
La Valle Camonica e la sua viabilità non sono mai stati esclusiva proprietà e interesse della Lega.
Oggi in qualità di senatore della Repubblica e coordinatore provinciale di Brescia sono particolarmente impegnato affinché i temi della viabilità e delle infrastrutture ferroviarie divengano prioritari in qualsiasi agenda politico-istituzionale.
Ieri presidente della Comunità di Valle Camonica ho organizzato, intuendone l´importanza, il primo incontro tra l´allora ministro Lunardi e tutte le realtà istituzionali della Provincia e della Regione.
Ricordo che il blocco dei cantieri inerenti il IV - V- VI lotto, I stralcio, si sono resi necessari in seguito all´intervento della Sovrintendenza di Brescia dovuto al rinvenimento di massi istoriati nel comune di Capo di Ponte e alle diverse modifiche richieste dai Comuni interessati che hanno reso indispensabile la variante al tracciato strada previsto dal progetto approvato.
Sono stato io in qualità di consigliere dell´allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, ad aver assicurato la quotidiana presenza dell´Anas, in particolare del presidente Ciucci e del direttore generale Minenna, sui fondamentali e rilevanti argomenti di cui sopra.
Mi dispiace che gli Stati Generali sulla viabilità della Valle Camonica vengano convocati nelle giornate dei lavori parlamentari vista la centralità delle problematiche all´ordine del giorno da esaminare quando alcuni degli aderenti al Comitato sono impegnati in Aula.
Tutti i soggetti interessati in virtù delle cariche ricoperte e soprattutto i parlamentari hanno il dovere di rappresentare le istanze dei cittadini e sono chiamati a impegnarsi per fornire risposte concrete a bisogni reali superando divergenze politiche e appropriazioni inopportune per contribuire alla realizzazione del bene comune.
È ingenuo e insensato rivendicare ancora oggi quei meriti che sono atti dovuti!
Gianpiero De Toni
Roma
28 novembre 2009
PRECISAZIONI
Viabilità e grandi opere in Valcamonica
In merito alla lettera comparsa il 25 novembre 2009, a pagina quarantasette del suo giornale, ritengo doverose alcune precisazioni e necessaria la rettifica di alcune dichiarazioni in essa contenute.
La Valle Camonica e la sua viabilità non sono mai stati esclusiva proprietà e interesse della Lega.
Oggi in qualità di senatore della Repubblica e coordinatore provinciale di Brescia sono particolarmente impegnato affinché i temi della viabilità e delle infrastrutture ferroviarie divengano prioritari in qualsiasi agenda politico-istituzionale.
Ieri presidente della Comunità di Valle Camonica ho organizzato, intuendone l´importanza, il primo incontro tra l´allora ministro Lunardi e tutte le realtà istituzionali della Provincia e della Regione.
Ricordo che il blocco dei cantieri inerenti il IV - V- VI lotto, I stralcio, si sono resi necessari in seguito all´intervento della Sovrintendenza di Brescia dovuto al rinvenimento di massi istoriati nel comune di Capo di Ponte e alle diverse modifiche richieste dai Comuni interessati che hanno reso indispensabile la variante al tracciato strada previsto dal progetto approvato.
Sono stato io in qualità di consigliere dell´allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, ad aver assicurato la quotidiana presenza dell´Anas, in particolare del presidente Ciucci e del direttore generale Minenna, sui fondamentali e rilevanti argomenti di cui sopra.
Mi dispiace che gli Stati Generali sulla viabilità della Valle Camonica vengano convocati nelle giornate dei lavori parlamentari vista la centralità delle problematiche all´ordine del giorno da esaminare quando alcuni degli aderenti al Comitato sono impegnati in Aula.
Tutti i soggetti interessati in virtù delle cariche ricoperte e soprattutto i parlamentari hanno il dovere di rappresentare le istanze dei cittadini e sono chiamati a impegnarsi per fornire risposte concrete a bisogni reali superando divergenze politiche e appropriazioni inopportune per contribuire alla realizzazione del bene comune.
È ingenuo e insensato rivendicare ancora oggi quei meriti che sono atti dovuti!
Gianpiero De Toni
Roma
sabato 21 novembre 2009
Il consigliere provinciale Francesco Patitucci contro la discarica di San Polo
Il Brescia,21 novembre 2009 Pag. 24
Amianto, l’Idv va all’attacco: pericolo certificato dall’Arpa
Il caso. Il consigliere provinciale Francesco Patitucci contro la discarica di San Polo
«Dicono che non ci farebbero giocare sopra i bambini, ma realizzeranno impianti sportivi»
Brescia
La discarica d’amianto di via Brocchi, a San Polo, rappresenta «un pericolo» per la salute dei cittadini e a “certificarlo” sarebbe stata, di recente, anche l’Agenzia regionale per l’ambiente di Brescia. A lanciare l’accusa è il consigliere provinciale dell’Italia dei valori Francesco Patitucci, che cita a riprova della sua tesi un intervento di Giulio Sesana – responsabile del dipartimento Arpa - durante l’assemblea tecnica dello scorso 29 settembre all’Info San Polino.
A FAR DISCUTERE, in particolare, è un passaggio di pochi secondi (il video è pubblicato sul s i t o w w w . s a n p o l i n o l ive. It/tvnotizie/tvnotizia.htm) in cui Sesana (in carica da meno di un anno a Brescia) afferma che «è evidente che la destinazione d’uso di un terreno di questo genere non sarà parco giochi per bambini». Parole che, secondo Patitucci e il comitato spontaneo di cittadini Codisa, contraddicono profondamente quanto deciso in precedenza. Tanto che pochi giorni fa il gruppo guidato da Valerio Beccalossi ha anche presentato un ricorso al Tribunale amministrativo di Brescia per bloccare i lavori. «In via Brocchi», attacca il consigliere dell’Italia dei valori, «si vuole realizzare una discarica per 83mila tonnellate d’amianto. Un progetto che preoccupa molto i residenti della zona. Già lo scorso anno», continua Patitucci, «avevo presentato un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Paola Vilardi, ottenendo come risposta che certe sostanze stanno meglio sotto terra che sopra. Quindi, spulciando le carte, ho scoperto che - è scritto nero su bianco nella relazione di impatto ambientale 2006-2007-2008 della società Faustini - si è deciso di destinare l’area a impianti sportivi.
INSOMMA, incalza il consigliere dipietrista, «oggi – per bocca del nuovo dirigente Arpa - si afferma che quel sito è tanto pericoloso che non ci dovrebbero giocare i bambini, ma contemporaneamente si decide di farci sopra proprio degli impianti sportivi. E da tempo», conclude Patitucci, «l’Agenzia regionale aveva ricevuto una relazione che indicava con chiarezza destinazione della discarica bonificata».
Amianto, l’Idv va all’attacco: pericolo certificato dall’Arpa
Il caso. Il consigliere provinciale Francesco Patitucci contro la discarica di San Polo
«Dicono che non ci farebbero giocare sopra i bambini, ma realizzeranno impianti sportivi»
Brescia
La discarica d’amianto di via Brocchi, a San Polo, rappresenta «un pericolo» per la salute dei cittadini e a “certificarlo” sarebbe stata, di recente, anche l’Agenzia regionale per l’ambiente di Brescia. A lanciare l’accusa è il consigliere provinciale dell’Italia dei valori Francesco Patitucci, che cita a riprova della sua tesi un intervento di Giulio Sesana – responsabile del dipartimento Arpa - durante l’assemblea tecnica dello scorso 29 settembre all’Info San Polino.
A FAR DISCUTERE, in particolare, è un passaggio di pochi secondi (il video è pubblicato sul s i t o w w w . s a n p o l i n o l ive. It/tvnotizie/tvnotizia.htm) in cui Sesana (in carica da meno di un anno a Brescia) afferma che «è evidente che la destinazione d’uso di un terreno di questo genere non sarà parco giochi per bambini». Parole che, secondo Patitucci e il comitato spontaneo di cittadini Codisa, contraddicono profondamente quanto deciso in precedenza. Tanto che pochi giorni fa il gruppo guidato da Valerio Beccalossi ha anche presentato un ricorso al Tribunale amministrativo di Brescia per bloccare i lavori. «In via Brocchi», attacca il consigliere dell’Italia dei valori, «si vuole realizzare una discarica per 83mila tonnellate d’amianto. Un progetto che preoccupa molto i residenti della zona. Già lo scorso anno», continua Patitucci, «avevo presentato un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Paola Vilardi, ottenendo come risposta che certe sostanze stanno meglio sotto terra che sopra. Quindi, spulciando le carte, ho scoperto che - è scritto nero su bianco nella relazione di impatto ambientale 2006-2007-2008 della società Faustini - si è deciso di destinare l’area a impianti sportivi.
INSOMMA, incalza il consigliere dipietrista, «oggi – per bocca del nuovo dirigente Arpa - si afferma che quel sito è tanto pericoloso che non ci dovrebbero giocare i bambini, ma contemporaneamente si decide di farci sopra proprio degli impianti sportivi. E da tempo», conclude Patitucci, «l’Agenzia regionale aveva ricevuto una relazione che indicava con chiarezza destinazione della discarica bonificata».
giovedì 12 novembre 2009
FINANZIARIA Intervento in Aula Sen. Gianpiero De Toni
Intervento in Aula Sen. Gianpiero De Toni
10 novembre 2009 - 276ª Seduta Pubblica
Ordine del giorno:
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)
DE TONI (IdV). Signora Presidente, illustrerò gli emendamenti 2.340, 2.377, 2.491 2.553, 2.559 e 2.575.
Quanto al Piano straordinario di edilizia pubblica, l'articolo 10 della Costituzione italiana stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Tra di esse spicca il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, ratifica ai sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881. In particolare, è norma di legge dello Stato italiano l'articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, che prevede che gli Stati riconoscano il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario ed alloggio adeguato, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita.
Troppo spesso il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali ha palesato preoccupazione nei confronti del modus operandi dello Stato italiano, che sembra non accettare ancora che alcuni diritti economici, sociali e culturali, vengano accolti. Il Comitato ha espresso perplessità anche per il continuo aumento degli affitti, la privatizzazione dell'edilizia popolare ed il deficit di edilizia sociale per le famiglie a reddito basso. La spesa statale in materia di edilizia residenziale è prevalentemente indiretta, cioè delegata a soggetti pubblici quali gli enti locali, ma il processo di decisione, dalla pianificazione all'attuazione, è statale e non appare strutturato per dare un contenuto di efficienza ed efficacia a tale delega. Le decisioni di investimento sono abitualmente assunte sulla base di accordi tra amministrazioni senza il supporto della valutazione economica che, invece, dovrebbe essere introdotta già nella fase di pianificazione, seguendo linee guida obbligatorie, standardizzate e metodologicamente solide, in modo che il soggetto finanziatore - il Ministero delle infrastrutture - possa confrontare progetti concorrenti, definire le conseguenti priorità in modo trasparente ed adottare scelte razionali.
Complessivamente prevale, a nostro avviso, una logica di processo piuttosto che di risultato: gli obiettivi dei diversi programmi di spesa ed i risultati attesi non sono chiaramente individuati e gli indicatori per misurarli non sono adeguatamente definiti e quantificati. Preliminare, tuttavia, ad un diverso processo pianificatorio in materia di edilizia residenziale è lo stanziamento di risorse necessarie per far fronte alle esigenze abitative della popolazione meno abbiente.
In questa già critica situazione il Governo ha, invece, scelto di apportare una variazione negativa agli stanziamenti previsti per il Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica. Con l'emendamento 2.340, al fine di compensare la suddetta variazione negativa, l'Italia dei Valori auspica l'incremento di 5,5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2010-2012.
L'emendamento 2.377 fa invece riferimento al Fondo per gli interventi straordinari. Alla luce di recenti stime, in Italia ci sarebbero non meno di 80.000 edifici pubblici da consolidare e mettere in sicurezza. In particolare, circa 22.000 edifici scolastici sono in zone sismiche, 16.000 in zone ad alto rischio e circa 9.000 non sono costruiti con criteri antisismici moderni. Dall'evento sismico che ha così tragicamente colpito l'Abruzzo è emerso un imperativo categorico: provvedere alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici, officine del sapere dei nostri giovani, come ha tante volte ribadito il senatore Astore nei suoi interventi. È inaccettabile che lo Stato, quasi fosse un Giano bifronte, imponga ai propri imprenditori di garantire la sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro (il pensiero corre al decreto legislativo n. 81 del 2008) e poi sia il primo a sottrarsi davvero a tale dovere. È inaccettabile che dopo i ripetuti e drammatici casi di crollo di edifici scolastici vi siano ancora scuole che non siano messe in sicurezza statica per mancanza di stanziamenti.
All'uopo, con il presente emendamento intendiamo proporre di incrementare di 25 milioni di euro il Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei ministri, istituito con decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269. Il suddetto Fondo è volto a contribuire alla realizzazione di interventi infrastrutturali, con priorità per quelli connessi alla riduzione del rischio sismico e per far fronte ad eventi straordinari nei territori degli enti locali, delle aree metropolitane e delle città d'arte. Alla luce dei drammatici fatti verificatosi che hanno palesato l'inadeguatezza delle nostre infrastrutture a fronteggiare il rischio sismico, si auspica il suddetto incremento al fine di realizzare interventi di adeguamento strutturale degli edifici del sistema scolastico, con particolare riferimento agli interventi di eliminazione e mitigazione del rischio e messa in sicurezza statica, nonché alla costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti ove sottoposti a rischio sismico o idrogeologico.
L'emendamento 2.491 affronta invece la questione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), cercando di porre rimedio al taglio di risorse attuato nei confronti di tale ente. In particolare, si incrementa di 7 milioni di euro per gli anni 2010, 2011 e 2012 lo stanziamento previsto nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo e sicurezza del trasporto aereo» della voce del decreto legislativo n. 250 del 1997 «Articolo 7, rubricato Istituzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (E.N.A.C.)».
L'emendamento 2.553 attiene al Fondo perequativo a favore delle autorità portuali. Il Piano generale della mobilità, riportato in sintesi nel DPEF 2008-2011, nel capitolo «Mobilità» prefigura azioni per realizzare un sistema di trasporti sicuro, efficace e sostenibile, enunciando i seguenti obiettivi su cui riprogrammare le scelte degli interventi sulle reti infrastrutturali: Mediterraneo e autostrade del mare; intermodalità, sia sotto il profilo del sostegno alle imprese per il combinato ferroviario e marittimo, sia con la realizzazione di interporti; politiche di sostegno alla portualità, attraverso servizi intermodali e piattaforme logistiche retroportuali, con la realizzazione di grandi porti di trans-shipment; trasporti sostenibili, con l'affidabilità dei servizi e dei diritti dei passeggeri; incremento dell'efficienza energetica e della propulsione ecocompatibile; riduzione dell'inquinamento ambientale; servizi di qualità per i passeggeri. All'uopo, si auspica l'incremento di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 del Fondo perequativo a favore delle autorità portuali.
Concludo illustrando l'emendamento 2.575, che attiene allo sviluppo del trasporto pubblico locale, argomento che riteniamo molto importante. L'assetto dei servizi pubblici locali, in particolare del trasporto, è da sempre oggetto del dibattito economico e politico. Il servizio di trasporto pubblico locale incide trasversalmente sulla vita dei cittadini, in particolare sul potere d'acquisto delle famiglie, sulla qualità dell'ambiente e sulla competitività delle imprese italiane. All'uopo, infatti, i costi tariffari del servizio di trasporto pubblico locale incidono fra il 10 e il 20 per cento sul reddito dei cittadini, a seconda dell'ampiezza, della famiglia e della zona geografica di residenza.
L'articolo 16 della Costituzione sancendo che «Ogni cittadino può circolare (...) liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale (...)», configura un diritto alla mobilità, ponendo in capo allo Stato l'onere di costituire le condizioni di diritto e di fatto che lo rendano effettivo. Alla luce dei dati forniti dal CENSIS, nel mese di marzo 2008 i pendolari in Italia ammontavano a più di 13 milioni (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Le deficienze più evidenti sembrano riconducibili alla scarsa pianificazione territoriale ed all'inadeguatezza del sistema infrastrutturale. Appare necessario adottare una politica programmatica di lungo periodo, al fine di incrementare la fruizione del trasporto pubblico locale, di migliorare la vivibilità dei tessuti urbani e la qualità dell'ambiente. Occorre, inoltre, conferire centralità alle specificità territoriali ed agli elementi di sostenibilità finanziaria ed ambientale dei progetti.
Nonostante le condizioni in cui versa il nostro sistema di trasporto pubblico locale, il Governo ha deciso di ridurre e tagliare i finanziamenti. Con il presente emendamento si vuole apportare un incremento di 20 milioni di euro per il 2010 ed il 2011 e di 110 milioni euro per il 2012 per il Fondo per la promozione ed il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale. In particolare, si incide nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo della mobilità locale.
10 novembre 2009 - 276ª Seduta Pubblica
Ordine del giorno:
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)
DE TONI (IdV). Signora Presidente, illustrerò gli emendamenti 2.340, 2.377, 2.491 2.553, 2.559 e 2.575.
Quanto al Piano straordinario di edilizia pubblica, l'articolo 10 della Costituzione italiana stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Tra di esse spicca il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, ratifica ai sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881. In particolare, è norma di legge dello Stato italiano l'articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, che prevede che gli Stati riconoscano il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario ed alloggio adeguato, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita.
Troppo spesso il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali ha palesato preoccupazione nei confronti del modus operandi dello Stato italiano, che sembra non accettare ancora che alcuni diritti economici, sociali e culturali, vengano accolti. Il Comitato ha espresso perplessità anche per il continuo aumento degli affitti, la privatizzazione dell'edilizia popolare ed il deficit di edilizia sociale per le famiglie a reddito basso. La spesa statale in materia di edilizia residenziale è prevalentemente indiretta, cioè delegata a soggetti pubblici quali gli enti locali, ma il processo di decisione, dalla pianificazione all'attuazione, è statale e non appare strutturato per dare un contenuto di efficienza ed efficacia a tale delega. Le decisioni di investimento sono abitualmente assunte sulla base di accordi tra amministrazioni senza il supporto della valutazione economica che, invece, dovrebbe essere introdotta già nella fase di pianificazione, seguendo linee guida obbligatorie, standardizzate e metodologicamente solide, in modo che il soggetto finanziatore - il Ministero delle infrastrutture - possa confrontare progetti concorrenti, definire le conseguenti priorità in modo trasparente ed adottare scelte razionali.
Complessivamente prevale, a nostro avviso, una logica di processo piuttosto che di risultato: gli obiettivi dei diversi programmi di spesa ed i risultati attesi non sono chiaramente individuati e gli indicatori per misurarli non sono adeguatamente definiti e quantificati. Preliminare, tuttavia, ad un diverso processo pianificatorio in materia di edilizia residenziale è lo stanziamento di risorse necessarie per far fronte alle esigenze abitative della popolazione meno abbiente.
In questa già critica situazione il Governo ha, invece, scelto di apportare una variazione negativa agli stanziamenti previsti per il Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica. Con l'emendamento 2.340, al fine di compensare la suddetta variazione negativa, l'Italia dei Valori auspica l'incremento di 5,5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2010-2012.
L'emendamento 2.377 fa invece riferimento al Fondo per gli interventi straordinari. Alla luce di recenti stime, in Italia ci sarebbero non meno di 80.000 edifici pubblici da consolidare e mettere in sicurezza. In particolare, circa 22.000 edifici scolastici sono in zone sismiche, 16.000 in zone ad alto rischio e circa 9.000 non sono costruiti con criteri antisismici moderni. Dall'evento sismico che ha così tragicamente colpito l'Abruzzo è emerso un imperativo categorico: provvedere alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici, officine del sapere dei nostri giovani, come ha tante volte ribadito il senatore Astore nei suoi interventi. È inaccettabile che lo Stato, quasi fosse un Giano bifronte, imponga ai propri imprenditori di garantire la sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro (il pensiero corre al decreto legislativo n. 81 del 2008) e poi sia il primo a sottrarsi davvero a tale dovere. È inaccettabile che dopo i ripetuti e drammatici casi di crollo di edifici scolastici vi siano ancora scuole che non siano messe in sicurezza statica per mancanza di stanziamenti.
All'uopo, con il presente emendamento intendiamo proporre di incrementare di 25 milioni di euro il Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei ministri, istituito con decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269. Il suddetto Fondo è volto a contribuire alla realizzazione di interventi infrastrutturali, con priorità per quelli connessi alla riduzione del rischio sismico e per far fronte ad eventi straordinari nei territori degli enti locali, delle aree metropolitane e delle città d'arte. Alla luce dei drammatici fatti verificatosi che hanno palesato l'inadeguatezza delle nostre infrastrutture a fronteggiare il rischio sismico, si auspica il suddetto incremento al fine di realizzare interventi di adeguamento strutturale degli edifici del sistema scolastico, con particolare riferimento agli interventi di eliminazione e mitigazione del rischio e messa in sicurezza statica, nonché alla costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti ove sottoposti a rischio sismico o idrogeologico.
L'emendamento 2.491 affronta invece la questione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), cercando di porre rimedio al taglio di risorse attuato nei confronti di tale ente. In particolare, si incrementa di 7 milioni di euro per gli anni 2010, 2011 e 2012 lo stanziamento previsto nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo e sicurezza del trasporto aereo» della voce del decreto legislativo n. 250 del 1997 «Articolo 7, rubricato Istituzione dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (E.N.A.C.)».
L'emendamento 2.553 attiene al Fondo perequativo a favore delle autorità portuali. Il Piano generale della mobilità, riportato in sintesi nel DPEF 2008-2011, nel capitolo «Mobilità» prefigura azioni per realizzare un sistema di trasporti sicuro, efficace e sostenibile, enunciando i seguenti obiettivi su cui riprogrammare le scelte degli interventi sulle reti infrastrutturali: Mediterraneo e autostrade del mare; intermodalità, sia sotto il profilo del sostegno alle imprese per il combinato ferroviario e marittimo, sia con la realizzazione di interporti; politiche di sostegno alla portualità, attraverso servizi intermodali e piattaforme logistiche retroportuali, con la realizzazione di grandi porti di trans-shipment; trasporti sostenibili, con l'affidabilità dei servizi e dei diritti dei passeggeri; incremento dell'efficienza energetica e della propulsione ecocompatibile; riduzione dell'inquinamento ambientale; servizi di qualità per i passeggeri. All'uopo, si auspica l'incremento di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 del Fondo perequativo a favore delle autorità portuali.
Concludo illustrando l'emendamento 2.575, che attiene allo sviluppo del trasporto pubblico locale, argomento che riteniamo molto importante. L'assetto dei servizi pubblici locali, in particolare del trasporto, è da sempre oggetto del dibattito economico e politico. Il servizio di trasporto pubblico locale incide trasversalmente sulla vita dei cittadini, in particolare sul potere d'acquisto delle famiglie, sulla qualità dell'ambiente e sulla competitività delle imprese italiane. All'uopo, infatti, i costi tariffari del servizio di trasporto pubblico locale incidono fra il 10 e il 20 per cento sul reddito dei cittadini, a seconda dell'ampiezza, della famiglia e della zona geografica di residenza.
L'articolo 16 della Costituzione sancendo che «Ogni cittadino può circolare (...) liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale (...)», configura un diritto alla mobilità, ponendo in capo allo Stato l'onere di costituire le condizioni di diritto e di fatto che lo rendano effettivo. Alla luce dei dati forniti dal CENSIS, nel mese di marzo 2008 i pendolari in Italia ammontavano a più di 13 milioni (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Le deficienze più evidenti sembrano riconducibili alla scarsa pianificazione territoriale ed all'inadeguatezza del sistema infrastrutturale. Appare necessario adottare una politica programmatica di lungo periodo, al fine di incrementare la fruizione del trasporto pubblico locale, di migliorare la vivibilità dei tessuti urbani e la qualità dell'ambiente. Occorre, inoltre, conferire centralità alle specificità territoriali ed agli elementi di sostenibilità finanziaria ed ambientale dei progetti.
Nonostante le condizioni in cui versa il nostro sistema di trasporto pubblico locale, il Governo ha deciso di ridurre e tagliare i finanziamenti. Con il presente emendamento si vuole apportare un incremento di 20 milioni di euro per il 2010 ed il 2011 e di 110 milioni euro per il 2012 per il Fondo per la promozione ed il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale. In particolare, si incide nell'ambito della missione diritto alla mobilità, programma sviluppo della mobilità locale.
venerdì 6 novembre 2009
Articolo Bresciaoggi, dichiarazioni del Sen. De Toni
Bresciaoggi del 06 novembre 2009 pagina 17
GIANPIERO DE TONI
ITALIA DEI VALORI
Ho chiesto che il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
Venga a riferire in Parlamento Sullo stato di tutta la rete
Ferroviaria italiana,soprattutto di quella regionale lombarda,
e dei sistemi di controllo e sicurezza che vi sono installati.
Chiediamo che vengano adottati i dovuti
provvedimenti e le necessarie misure sia che si tratti di
errori umani,sia di inadeguatezza degli impianti.
Non si può scherzare con la Vita di migliaia di passeggeri,
soprattutto dei lavoratori e studenti pendolari che ogni
giorno utilizzano i mezzi delle FerrovieNord.
GIANPIERO DE TONI
ITALIA DEI VALORI
Ho chiesto che il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
Venga a riferire in Parlamento Sullo stato di tutta la rete
Ferroviaria italiana,soprattutto di quella regionale lombarda,
e dei sistemi di controllo e sicurezza che vi sono installati.
Chiediamo che vengano adottati i dovuti
provvedimenti e le necessarie misure sia che si tratti di
errori umani,sia di inadeguatezza degli impianti.
Non si può scherzare con la Vita di migliaia di passeggeri,
soprattutto dei lavoratori e studenti pendolari che ogni
giorno utilizzano i mezzi delle FerrovieNord.
giovedì 5 novembre 2009
Rifiuti. De Toni: Discariche abusive, fenomeno criminale anche al nord
RIFIUTI. DE TONI (IDV): DISCARICHE ABUSIVE , FENOMENO CRIMINALE ANCHE A NORD
"L'area sequestrata dai carabinieri del Noe nel bresciano, dove è stato rinvenuto un deposito incontrollato di rifiuti speciali, anche pericolosi, dimostra come il fenomeno delle discariche abusive sia un malcostume in tutto il paese e non solo del mezzogiorno". Lo ha detto il senatore dell'Italia dei Valori Gianpiero De Toni. "Come segretario della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e come cittadino, esprimo vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal Noe e forte preoccupazione per questa deriva legata a doppio filo alle organizzazioni criminali. Di solito le imprese si affidano a loro per lo smaltimento di rifiuti tossici. Si tratta di un fenomeno criminale - conclude il senatore De Toni - contro il quale bisogna intervenire per tutelare la salute dei cittadini".
"L'area sequestrata dai carabinieri del Noe nel bresciano, dove è stato rinvenuto un deposito incontrollato di rifiuti speciali, anche pericolosi, dimostra come il fenomeno delle discariche abusive sia un malcostume in tutto il paese e non solo del mezzogiorno". Lo ha detto il senatore dell'Italia dei Valori Gianpiero De Toni. "Come segretario della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e come cittadino, esprimo vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal Noe e forte preoccupazione per questa deriva legata a doppio filo alle organizzazioni criminali. Di solito le imprese si affidano a loro per lo smaltimento di rifiuti tossici. Si tratta di un fenomeno criminale - conclude il senatore De Toni - contro il quale bisogna intervenire per tutelare la salute dei cittadini".
Ferrovie. De Toni: Ministro riferisca su incidente Brescia
FERROVIE. DE TONI (IDV): MINISTRO RIFERISCA SU INCIDENTE BRESCIA
BRESCIA, 05.11.09 - "Attendiamo con urgenza la relazione dell'azienda sulle cause dell'incidente ferroviario che stamattina, vicino a Vello di Marone, ha causato dodici feriti. Nel frattempo ho chiesto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti venga a riferire in Parlamento sullo stato di tutta la rete ferroviaria italiana, soprattutto quella regionale lombarda, e dei sistemi di controllo e sicurezza che vi sono installati".
Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Trasporti al Senato Gianpiero De Toni che, augurando ai feriti un rapido ristabilimento, fa notare come non sia la prima volta che carenze od errori provochino disguidi o incidenti sulle linee delle Ferrovie Nord nella zona del bresciano.
"Chiediamo che vengano adottati i dovuti provvedimenti e le necessarie misure - sostiene De Toni - sia che si tratti di errori umani, sia di inadeguatezza degli impianti. Non si può scherzare con la vita di migliaia di passeggeri, soprattutto dei lavoratori e studenti pendolari che ogni giorno utilizzano le Ferrovie Nord".
BRESCIA, 05.11.09 - "Attendiamo con urgenza la relazione dell'azienda sulle cause dell'incidente ferroviario che stamattina, vicino a Vello di Marone, ha causato dodici feriti. Nel frattempo ho chiesto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti venga a riferire in Parlamento sullo stato di tutta la rete ferroviaria italiana, soprattutto quella regionale lombarda, e dei sistemi di controllo e sicurezza che vi sono installati".
Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Trasporti al Senato Gianpiero De Toni che, augurando ai feriti un rapido ristabilimento, fa notare come non sia la prima volta che carenze od errori provochino disguidi o incidenti sulle linee delle Ferrovie Nord nella zona del bresciano.
"Chiediamo che vengano adottati i dovuti provvedimenti e le necessarie misure - sostiene De Toni - sia che si tratti di errori umani, sia di inadeguatezza degli impianti. Non si può scherzare con la vita di migliaia di passeggeri, soprattutto dei lavoratori e studenti pendolari che ogni giorno utilizzano le Ferrovie Nord".
Dipartimenti tematici
Brescia 05/11/2009
Il coordinamento provinciale sta organizzando una serie di iniziative allo scopo di migliorare l'organizzazione del nostro partito a Brescia.
All'uopo il nostro senatore Gianpiero De Toni ha incontrato in questi mesi iscritti e simpatizzanti nelle 8 macrozone in cui è stata divisa la nostra provincia e, presto, partirà l'iniziativa relativa alla promozione del programma di Italia dei Valori inerente a "lavoro e welfare"
di cui vi abbiamo già inviato la comunicazione.
Ora, per aumentare ulteriomente la partecipazione della base alla vita del partito, abbiamo deciso di creare alcuni dipartimenti tematici cui potranno partecipare, in base alle loro propensioni e alle loro competenze, tutti gli iscritti che ne faranno richiesta.
Ho incaricato il vice coordinatore provinciale Gianni Folli a seguire, sotto l'aspetto organizzativo, i seguenti iniziali tre gruppi tematici:
. scuola ed istruzione
. sanità
. ecologia ed ambiente
Invito pertanto coloro che sono interessati a questi argomenti e che intendono offrire il proprio contributo, partecipando alle riunioni che si andranno ad organizzare presso la nostra sede di Brescia, a farci pervenire i loro nominativi specificando l'argomento di loro interesse. Nulla vieta che qualcuno possa partecipare, se lo ritiene, anche a più gruppi tematici.
Certo che non ci farete mancare i vostri qualificati contributi, saluto tutti con stima ed amicizia.
Il Coordinatore provinciale
Sen. Gianpiero De Toni
Il coordinamento provinciale sta organizzando una serie di iniziative allo scopo di migliorare l'organizzazione del nostro partito a Brescia.
All'uopo il nostro senatore Gianpiero De Toni ha incontrato in questi mesi iscritti e simpatizzanti nelle 8 macrozone in cui è stata divisa la nostra provincia e, presto, partirà l'iniziativa relativa alla promozione del programma di Italia dei Valori inerente a "lavoro e welfare"
di cui vi abbiamo già inviato la comunicazione.
Ora, per aumentare ulteriomente la partecipazione della base alla vita del partito, abbiamo deciso di creare alcuni dipartimenti tematici cui potranno partecipare, in base alle loro propensioni e alle loro competenze, tutti gli iscritti che ne faranno richiesta.
Ho incaricato il vice coordinatore provinciale Gianni Folli a seguire, sotto l'aspetto organizzativo, i seguenti iniziali tre gruppi tematici:
. scuola ed istruzione
. sanità
. ecologia ed ambiente
Invito pertanto coloro che sono interessati a questi argomenti e che intendono offrire il proprio contributo, partecipando alle riunioni che si andranno ad organizzare presso la nostra sede di Brescia, a farci pervenire i loro nominativi specificando l'argomento di loro interesse. Nulla vieta che qualcuno possa partecipare, se lo ritiene, anche a più gruppi tematici.
Certo che non ci farete mancare i vostri qualificati contributi, saluto tutti con stima ed amicizia.
Il Coordinatore provinciale
Sen. Gianpiero De Toni
mercoledì 4 novembre 2009
Sen. G. De Toni, Intervento in Aula. A.S. 1784:
Disegno di legge "Conversione in legge del decreto legge 25 settembre 2009. n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia e delle Comunità Europee".
Martedì 3 novembre 2009
Dall'esame del decreto legge 25 settembre 2009 n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee, emergono numerose criticità.
All'uopo, preme, in primis, rilevare l'inadeguatezza dello strumento utilizzato. Si è scelto di far confluire in un decreto omnibus temi di notevole rilevanza non avvinti da alcun nesso di pertinenza.
A mero titolo esemplificativo, non già esaustivo, si disciplinano nello stesso provvedimento legislativo temi quali le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, la definizione del prodotto Made in Italy e del prodotto interamente italiano ed il regime fiscale applicabile ai proventi derivanti dalla partecipazione agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari esteri non armonizzati.
Fittiziamente, nell'illustrazione del provvedimento de quo si è affermato che il fondamento è da ravvisarsi nella necessità di adempiere ad obblighi comunitari giunti a scadenza, al fine di garantire il rispetto di quanto previsto dall'art. 117, comma primo, della Costituzione.
La Commissione europea, a causa del ritardo o del non corretto recepimento della normativa comunitaria nell'ordinamento nazionale, ha dato, infatti, avvio a numerose procedure d'infrazione nei confronti dello Stato italiano. Con il suddetto decreto si sarebbe dovuto porre rimedio alle esatte censure mosse dalla Commissione europea, al fine anche di evitare un aggravio di oneri a carico dello Stato, derivanti da possibili sentenze di condanna a pena pecuniaria da parte della Corte di Giustizia delle Comunità Europee o derivanti da contenzioso interno, ma così non è.
In secundis, preso atto degli emendamenti depositati presso la Commissione affari costituzionali, ci si interroga sulla ammissibilità di emendamenti del tutto estranei all'oggetto della discussione, in spregio, dunque, dell'art. 97, comma 1 del Regolamento.
Le medesime perplessità sono sorte persino ad esponenti del Governo durante l'esame del provvedimento in sede consultiva nell'8° Commissione, che hanno constatato come, gli emendamenti proposti ed accolti non appaiono necessitati dall'esigenza di prevenire il contenzioso con la Commissione europea ma ai quali sono sottese finalità misconosciute.
All'uopo, con un emendamento, il 3.0.5. presentato dal relatore Malan, si è persino inciso in materia di federalismo infrastrutturale.
Sostanzialmente si vorrebbero limitare le funzioni ed i poteri di soggetto concedente ed aggiudicatore dei soggetti di diritto pubblico appositamente costituiti in forma societaria e partecipati dalle Regioni e dall'ANAS S.p.a. alla sola realizzazione di infrastrutture autostradali che ricadano esclusivamente nel territorio di interesse regionale. Con una circonlocuzione chiara si escludono le Regioni dalla gestione delle concessioni autostradali, quasi nessuna infrastruttura autostradale è, infatti, di esclusivo interesse regionale.
Il federalismo infrastrutturale, fu voluto dall'allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, On.le Di Pietro, al fine di conferire alle Regioni un ruolo di attrici nel procedimento
di aggiudicazioni delle concessioni autostradali e non già di mere spettatrici dell'operato dell'ANAS S.p.a. e volto a far sì che le entrate legate ai pedaggi, per lo più provenienti dalla popolazione residente sul territorio, al netto degli investimenti e delle spese, rimanessero nel territorio, sì da costituire una fonte da cui attingere per la realizzazione di ulteriori infrastrutture.
Il federalismo dell'attuale governo lo denominerei del gambero.
Spesso, ho rinunciato ad una polemica, a volte fin troppo facile, offrendo leale collaborazione per realizzare obbiettivi essenziali per il nostro Paese ma non posso tacere dinanzi a ciò.
Nell'attesa del federalismo che verrà si distrugge quel che già c'è. Si escludono le Regioni dalla gestione delle concessioni autostradali, con grave detrimento sia per la realizzazione delle medesime infrastrutture autostradali che per le finanze delle Regioni, già oltremodo decurtate.
Leggendo questo articolo sembra esser ritornati all'epoca medioevale, massima valorizzazione dei feudatari, più o meno nuovi, a detrimento del popolo a cui, è bene rammentarlo, la Carta Costituzionale all'art. 1 attribuisce la sovranità. Ai cittadini, in posizione servente rispetto ad essi, si affiancano gli enti locali, ex art. 5 Cost., che, nel rispetto del principio di sussidiareità verticale, ne amministrano i servizi. Con l'emendamento 3.0.5. alle Istituzioni si vogliono sostituire i feudatari dell'epoca moderna.
Non so se arriverà un nuovo Mosè che, tornato dalla preghiera e scoperto che il proprio popolo è tornato a venerare un Dio pagano scordandosi della terra promessa, scuoterà il Governo.
Temo di no, pertanto, in questa sede mi faccio portatore dei diritti dei cittadini.
L'esercizio dei poteri e delle funzioni di soggetto concedente ed aggiudicatore delle concessioni autostradali devono rimanere agli Enti locali e non al mercato o a nuovi signori e men che mai a società quotate totalmente private, ossia agli investitori, che peggio degli operatori di epoca feudale passati da logiche mutualistiche a commerciali a imprenditoriali, sono infine approdati con gli hedge funds a soldi moltiplicatori di soldi.
Il Governo propone nell'ambito della conversione di un decreto legge recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, un siffatto emendamento, che, tra l'altro, non è volto ad eliminare alcun contrasto tra la normativa comunitaria, sub species tutela della libera concorrenza e la peculiare disciplina prevista dai commi 289 e 290 dell'articolo 2 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244.
In conclusione, i fatti palesano una forte discrasia tra ciò che in astratto si declama e ciò che in concreto si realizza. Il Governo sembra gettare la maschera e mostrare la sua ritrosia verso il federalismo che, a suo tempo, ha rappresentato un cavallo di battaglia agevole da cavalcare ma, che ad oggi, sembra apparire scomodo e non meritevole di rispetto.
Un ultimo cenno vorrei rivolgerlo alla modifica che viene apportata con il provvedimento de quo alla disciplina dei servizi pubblici di rilevanza economica.
Appare evidente la spinta del Governo verso le privatizzazioni, in linea con la strategia di progressiva liberalizzazione dei servizi concordata a Marrakech in sede di WTO nel 1994 e ripresa nella Strategia di Lisbona nel 2000, ma che, ad oggi, a seguito delle numerose criticità emerse è in corso di revisione.
In questa sede non entrerò nel merito della riformulazione dell'articolo 23 bis della legge 133 del 6 agosto 2008, ma non posso omettere di richiamare l'attenzione sul servizio idrico.
L'inclusione di questo settore nella disciplina generale dei servizi di interesse economico non è tollerabile. L'acqua è un bene comune che deve necessariamente essere ripubblicizzato.
Recentemente il Ministro francese Francois Fillon ha sottolineato la necessità della riaffermazione del ruolo dello Stato nel settore dei servizi pubblici.
Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate ha affermato che "l'accesso all'acqua è un diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzione e discriminazioni". Tutto questo è legato al diritto primario alla vita, l'acqua è vita, è intollerabile che la gestione del servizio idrico venga assimilata a quelli dei rifiuti. Si tratta della mercificazione di una risorsa essenziale, non si può assistere silenti innanzi ad un Governo che si fa paladino dei potentati economico-finanziari.
La forza del mercato sembra spazzar via ogni istanza egalitarista.
Si afferma il falso quando si dice che il servizio idrico integrato deve ricadere nella disciplina prevista per i servizi pubblici di rilevanza economica, pena la violazione dei principi comunitari.
Il protocollo n. 26 del trattato di Lisbona all'art. 2, riserva, infatti, ai singoli stati membri il potere di fornire, commissionare ed organizzare i servizi di interesse generale. Alla luce di questa norma gli Stati, o meglio gli enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà, dovrebbero essere titolari del potere di identificare ed organizzare i servizi di interesse generale, scegliendone il modello di gestione.
Non posso, infine, esimermi dall'evidenziare i numerosi profili di illegittimità costituzionale che emergono dall'articolo 15. Lapalissiana appare la violazione dell'art. 5 della Carta Costituzionale, in particolare del principio di sussidiarietà, dell'art. 41 comma 3 Cost., in materia di determinazione dei programmi e dei controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali, dell'art. 43 Cost. relativo alla centralità del ruolo dell'impresa pubblica nella gestione dei servizi pubblici locali, dell'articolo 117, comma 2, Cost. relativo al riparto delle competenze tra Stato e Regioni, nonché della risoluzione del Parlamento n. 97/357 del Parlamento europeo in tema di servizi di interesse generale.
Nel modificare la disciplina dei servizi pubblici locali si è poi omesso di introdurre modifiche importanti quali il principio di separazione proprietaria tra le imprese che gestiscono la rete e le imprese che erogano il servizio. Occorre introdurlo, al fine di garantire un'effettiva concorrenza e trasparenza determinando un miglioramento del servizio ed una riduzione dei costi sopportati dagli utenti.
Concludo sottolineando che non possiamo permettere che enti locali, partecipazione dei cittadini, democrazia e federalismo rimangano lettera morta innanzi ad S.p.a. a cui, se non modifichiamo l'art. 15, consegneremo i rubinetti del nostro Paese.
Martedì 3 novembre 2009
Dall'esame del decreto legge 25 settembre 2009 n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee, emergono numerose criticità.
All'uopo, preme, in primis, rilevare l'inadeguatezza dello strumento utilizzato. Si è scelto di far confluire in un decreto omnibus temi di notevole rilevanza non avvinti da alcun nesso di pertinenza.
A mero titolo esemplificativo, non già esaustivo, si disciplinano nello stesso provvedimento legislativo temi quali le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, la definizione del prodotto Made in Italy e del prodotto interamente italiano ed il regime fiscale applicabile ai proventi derivanti dalla partecipazione agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari esteri non armonizzati.
Fittiziamente, nell'illustrazione del provvedimento de quo si è affermato che il fondamento è da ravvisarsi nella necessità di adempiere ad obblighi comunitari giunti a scadenza, al fine di garantire il rispetto di quanto previsto dall'art. 117, comma primo, della Costituzione.
La Commissione europea, a causa del ritardo o del non corretto recepimento della normativa comunitaria nell'ordinamento nazionale, ha dato, infatti, avvio a numerose procedure d'infrazione nei confronti dello Stato italiano. Con il suddetto decreto si sarebbe dovuto porre rimedio alle esatte censure mosse dalla Commissione europea, al fine anche di evitare un aggravio di oneri a carico dello Stato, derivanti da possibili sentenze di condanna a pena pecuniaria da parte della Corte di Giustizia delle Comunità Europee o derivanti da contenzioso interno, ma così non è.
In secundis, preso atto degli emendamenti depositati presso la Commissione affari costituzionali, ci si interroga sulla ammissibilità di emendamenti del tutto estranei all'oggetto della discussione, in spregio, dunque, dell'art. 97, comma 1 del Regolamento.
Le medesime perplessità sono sorte persino ad esponenti del Governo durante l'esame del provvedimento in sede consultiva nell'8° Commissione, che hanno constatato come, gli emendamenti proposti ed accolti non appaiono necessitati dall'esigenza di prevenire il contenzioso con la Commissione europea ma ai quali sono sottese finalità misconosciute.
All'uopo, con un emendamento, il 3.0.5. presentato dal relatore Malan, si è persino inciso in materia di federalismo infrastrutturale.
Sostanzialmente si vorrebbero limitare le funzioni ed i poteri di soggetto concedente ed aggiudicatore dei soggetti di diritto pubblico appositamente costituiti in forma societaria e partecipati dalle Regioni e dall'ANAS S.p.a. alla sola realizzazione di infrastrutture autostradali che ricadano esclusivamente nel territorio di interesse regionale. Con una circonlocuzione chiara si escludono le Regioni dalla gestione delle concessioni autostradali, quasi nessuna infrastruttura autostradale è, infatti, di esclusivo interesse regionale.
Il federalismo infrastrutturale, fu voluto dall'allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, On.le Di Pietro, al fine di conferire alle Regioni un ruolo di attrici nel procedimento
di aggiudicazioni delle concessioni autostradali e non già di mere spettatrici dell'operato dell'ANAS S.p.a. e volto a far sì che le entrate legate ai pedaggi, per lo più provenienti dalla popolazione residente sul territorio, al netto degli investimenti e delle spese, rimanessero nel territorio, sì da costituire una fonte da cui attingere per la realizzazione di ulteriori infrastrutture.
Il federalismo dell'attuale governo lo denominerei del gambero.
Spesso, ho rinunciato ad una polemica, a volte fin troppo facile, offrendo leale collaborazione per realizzare obbiettivi essenziali per il nostro Paese ma non posso tacere dinanzi a ciò.
Nell'attesa del federalismo che verrà si distrugge quel che già c'è. Si escludono le Regioni dalla gestione delle concessioni autostradali, con grave detrimento sia per la realizzazione delle medesime infrastrutture autostradali che per le finanze delle Regioni, già oltremodo decurtate.
Leggendo questo articolo sembra esser ritornati all'epoca medioevale, massima valorizzazione dei feudatari, più o meno nuovi, a detrimento del popolo a cui, è bene rammentarlo, la Carta Costituzionale all'art. 1 attribuisce la sovranità. Ai cittadini, in posizione servente rispetto ad essi, si affiancano gli enti locali, ex art. 5 Cost., che, nel rispetto del principio di sussidiareità verticale, ne amministrano i servizi. Con l'emendamento 3.0.5. alle Istituzioni si vogliono sostituire i feudatari dell'epoca moderna.
Non so se arriverà un nuovo Mosè che, tornato dalla preghiera e scoperto che il proprio popolo è tornato a venerare un Dio pagano scordandosi della terra promessa, scuoterà il Governo.
Temo di no, pertanto, in questa sede mi faccio portatore dei diritti dei cittadini.
L'esercizio dei poteri e delle funzioni di soggetto concedente ed aggiudicatore delle concessioni autostradali devono rimanere agli Enti locali e non al mercato o a nuovi signori e men che mai a società quotate totalmente private, ossia agli investitori, che peggio degli operatori di epoca feudale passati da logiche mutualistiche a commerciali a imprenditoriali, sono infine approdati con gli hedge funds a soldi moltiplicatori di soldi.
Il Governo propone nell'ambito della conversione di un decreto legge recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, un siffatto emendamento, che, tra l'altro, non è volto ad eliminare alcun contrasto tra la normativa comunitaria, sub species tutela della libera concorrenza e la peculiare disciplina prevista dai commi 289 e 290 dell'articolo 2 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244.
In conclusione, i fatti palesano una forte discrasia tra ciò che in astratto si declama e ciò che in concreto si realizza. Il Governo sembra gettare la maschera e mostrare la sua ritrosia verso il federalismo che, a suo tempo, ha rappresentato un cavallo di battaglia agevole da cavalcare ma, che ad oggi, sembra apparire scomodo e non meritevole di rispetto.
Un ultimo cenno vorrei rivolgerlo alla modifica che viene apportata con il provvedimento de quo alla disciplina dei servizi pubblici di rilevanza economica.
Appare evidente la spinta del Governo verso le privatizzazioni, in linea con la strategia di progressiva liberalizzazione dei servizi concordata a Marrakech in sede di WTO nel 1994 e ripresa nella Strategia di Lisbona nel 2000, ma che, ad oggi, a seguito delle numerose criticità emerse è in corso di revisione.
In questa sede non entrerò nel merito della riformulazione dell'articolo 23 bis della legge 133 del 6 agosto 2008, ma non posso omettere di richiamare l'attenzione sul servizio idrico.
L'inclusione di questo settore nella disciplina generale dei servizi di interesse economico non è tollerabile. L'acqua è un bene comune che deve necessariamente essere ripubblicizzato.
Recentemente il Ministro francese Francois Fillon ha sottolineato la necessità della riaffermazione del ruolo dello Stato nel settore dei servizi pubblici.
Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate ha affermato che "l'accesso all'acqua è un diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzione e discriminazioni". Tutto questo è legato al diritto primario alla vita, l'acqua è vita, è intollerabile che la gestione del servizio idrico venga assimilata a quelli dei rifiuti. Si tratta della mercificazione di una risorsa essenziale, non si può assistere silenti innanzi ad un Governo che si fa paladino dei potentati economico-finanziari.
La forza del mercato sembra spazzar via ogni istanza egalitarista.
Si afferma il falso quando si dice che il servizio idrico integrato deve ricadere nella disciplina prevista per i servizi pubblici di rilevanza economica, pena la violazione dei principi comunitari.
Il protocollo n. 26 del trattato di Lisbona all'art. 2, riserva, infatti, ai singoli stati membri il potere di fornire, commissionare ed organizzare i servizi di interesse generale. Alla luce di questa norma gli Stati, o meglio gli enti locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà, dovrebbero essere titolari del potere di identificare ed organizzare i servizi di interesse generale, scegliendone il modello di gestione.
Non posso, infine, esimermi dall'evidenziare i numerosi profili di illegittimità costituzionale che emergono dall'articolo 15. Lapalissiana appare la violazione dell'art. 5 della Carta Costituzionale, in particolare del principio di sussidiarietà, dell'art. 41 comma 3 Cost., in materia di determinazione dei programmi e dei controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali, dell'art. 43 Cost. relativo alla centralità del ruolo dell'impresa pubblica nella gestione dei servizi pubblici locali, dell'articolo 117, comma 2, Cost. relativo al riparto delle competenze tra Stato e Regioni, nonché della risoluzione del Parlamento n. 97/357 del Parlamento europeo in tema di servizi di interesse generale.
Nel modificare la disciplina dei servizi pubblici locali si è poi omesso di introdurre modifiche importanti quali il principio di separazione proprietaria tra le imprese che gestiscono la rete e le imprese che erogano il servizio. Occorre introdurlo, al fine di garantire un'effettiva concorrenza e trasparenza determinando un miglioramento del servizio ed una riduzione dei costi sopportati dagli utenti.
Concludo sottolineando che non possiamo permettere che enti locali, partecipazione dei cittadini, democrazia e federalismo rimangano lettera morta innanzi ad S.p.a. a cui, se non modifichiamo l'art. 15, consegneremo i rubinetti del nostro Paese.
lunedì 2 novembre 2009
Precisazione, i nomi dell'Idv per le regionali
PRECISAZIONE I nomi dell’Idv per le regionali
Lettere al direttore
Bresciaoggi - Lunedì 02 Novembre 2009
Gentile direttore, in merito all’articolo comparso il 28 ottobre 2009, a pagina otto del suo giornale, ci corre l’obbligo, in qualità di Coordinatore Regionale e Coordinatore Provinciale di Brescia Idv, di rettificare alcune informazioni in esso contenute, puntualizzando la posizione ufficiale di Italia dei Valori. In politica, specie in prossimità della campagna elettorale, ogni partito mette in atto la strategia che reputa più opportuna per portare avanti la propria azione. E quella di Italia dei Valori è stata più volte ribadita nelle parole e nei fatti, come si è potuto appurare anche nelle ultime elezioni europee. Più volte abbiamo, infatti, dichiarato la nostra disponibilità al dialogo e al confronto con attori politici ma non solo. La caratteristica dell’Idv è stata fin qui proprio quella di non volere consolidare nepotismi, arrivismi, attaccamento alle poltrone e «capi bastone». Per questo abbiamo sempre aperto le candidature anche a persone della società civile purché capaci, determinate e sopratutto rappresentative dei bisogni reali della gente. L’individuazione della squadra che rappresenterà Idv alle prossime regionali è ancora in fase di composizione. Qualsiasi indicazione contraria, che indichi impegni e candidature certe, non proviene dalla dirigenza del partito e come tale non può ritenersi né ufficiale né definitivamente legittimata.Da ciò che si legge dal suo giornale, invece, si evince che esista già una rosa di nomi tutti esclusivamente afferenti a persone che ricoprono incarichi politici. E questo tradisce lo spirito delle nostre liste elettorali, ancora tutte aperte a qualsiasi valido contributo, purché condivida i nostri programmi e valori politici.
On. Sergio Piffari
Sen. Gianpiero De Toni
COORD. REG. IDV LOMBARDIA - COORD. PROV. IDV BRESCIA
Lettere al direttore
Bresciaoggi - Lunedì 02 Novembre 2009
Gentile direttore, in merito all’articolo comparso il 28 ottobre 2009, a pagina otto del suo giornale, ci corre l’obbligo, in qualità di Coordinatore Regionale e Coordinatore Provinciale di Brescia Idv, di rettificare alcune informazioni in esso contenute, puntualizzando la posizione ufficiale di Italia dei Valori. In politica, specie in prossimità della campagna elettorale, ogni partito mette in atto la strategia che reputa più opportuna per portare avanti la propria azione. E quella di Italia dei Valori è stata più volte ribadita nelle parole e nei fatti, come si è potuto appurare anche nelle ultime elezioni europee. Più volte abbiamo, infatti, dichiarato la nostra disponibilità al dialogo e al confronto con attori politici ma non solo. La caratteristica dell’Idv è stata fin qui proprio quella di non volere consolidare nepotismi, arrivismi, attaccamento alle poltrone e «capi bastone». Per questo abbiamo sempre aperto le candidature anche a persone della società civile purché capaci, determinate e sopratutto rappresentative dei bisogni reali della gente. L’individuazione della squadra che rappresenterà Idv alle prossime regionali è ancora in fase di composizione. Qualsiasi indicazione contraria, che indichi impegni e candidature certe, non proviene dalla dirigenza del partito e come tale non può ritenersi né ufficiale né definitivamente legittimata.Da ciò che si legge dal suo giornale, invece, si evince che esista già una rosa di nomi tutti esclusivamente afferenti a persone che ricoprono incarichi politici. E questo tradisce lo spirito delle nostre liste elettorali, ancora tutte aperte a qualsiasi valido contributo, purché condivida i nostri programmi e valori politici.
On. Sergio Piffari
Sen. Gianpiero De Toni
COORD. REG. IDV LOMBARDIA - COORD. PROV. IDV BRESCIA
martedì 27 ottobre 2009
Iniziativa Italia dei Valori dipartimento Lavoro e Welfare
L’On Zipponi, responsabile nazionale del dipartimento Lavoro e Welfare, ci ha informato che la direzione nazionale del partito intende promuovere una campagna di informazione sul programma di Idv, relativamente alle problematiche del lavoro, che partirà da Brescia la prossima settimana.
La campagna consisterà nel volantinaggio di fabbriche, ospedali e centri commerciali della provincia bresciana fino alla metà di dicembre (circa) e si concluderà in pompa magna con la presenza, proprio a Brescia, del nostro Presidente Antonio Di Pietro.
Chiediamo pertanto a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti la disponibilità a dedicare qualche ora del proprio tempo per qualche giorno, a seconda delle possibilità di ciascuno, per distribuire volantini presso le fabbriche più importanti ubicate sul nostro territorio provinciale.
Non facciamo mancare il nostro appoggio e il nostro aiuto concreto a questa importante iniziativa, in grado di apportare nuovi e ulteriori consensi a Italia dei Valori in vista delle prossime elezioni regionali.
Inviate con solerzia alla sede provinciale le vostre disponibilità e vi informeremo quanto prima sulle date e i luoghi in cui effettueremo l’iniziativa.
Ringraziando anticipatamente della preziosa collaborazione che intenderete offrire in questa circostanza, vi invio i miei saluti più cordiali.
Coordinatore Provinciale IDv Brescia
Senatore Gianpiero De Toni
La campagna consisterà nel volantinaggio di fabbriche, ospedali e centri commerciali della provincia bresciana fino alla metà di dicembre (circa) e si concluderà in pompa magna con la presenza, proprio a Brescia, del nostro Presidente Antonio Di Pietro.
Chiediamo pertanto a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti la disponibilità a dedicare qualche ora del proprio tempo per qualche giorno, a seconda delle possibilità di ciascuno, per distribuire volantini presso le fabbriche più importanti ubicate sul nostro territorio provinciale.
Non facciamo mancare il nostro appoggio e il nostro aiuto concreto a questa importante iniziativa, in grado di apportare nuovi e ulteriori consensi a Italia dei Valori in vista delle prossime elezioni regionali.
Inviate con solerzia alla sede provinciale le vostre disponibilità e vi informeremo quanto prima sulle date e i luoghi in cui effettueremo l’iniziativa.
Ringraziando anticipatamente della preziosa collaborazione che intenderete offrire in questa circostanza, vi invio i miei saluti più cordiali.
Coordinatore Provinciale IDv Brescia
Senatore Gianpiero De Toni
domenica 25 ottobre 2009
Nave dei Veleni. De Toni: incomprensibile inerzia del Governo
Giovedì 22 Ottobre 2009 -
Nave veleni. De Toni: incomprensibile inerzia, latitanza e ritardo del Governo
"La vicenda della nave dei veleni è una delle pagine piu' brutte della storia delle ecomafie anche per l'inerzia, la latitanza e l'incomprensibile ritardo del Governo". Lo ha detto il senatore Gianpiero De Toni, capogruppo della commissione bicamerale d'inchiesta sul Ciclo dei rifiuti in missione oggi in Calabria. "Nessun allarmismo inutile, ma l'IdV chiede risposte certe in tempi brevi perché la cittadinanza ha il diritto di sapere come stanno veramente le cose. Tra l'altro, abbiamo chiesto di esaminare quanto prima il contenuto del materiale a bordo della Cunsky che deve essere immediatamente rimosso e per il quale si è provveduto ad emanare un provvedimento di sequestro dei sedimenti attorno alla nave. Su questo punto la delegazione parlamentare è d'accordo all'unanimità. Torneremo in Calabria tra pochi giorni per verificare lo stato delle cose. Dietro al traffico illecito c'è una vera e propria cospirazione che coinvolge industriali e rappresentanti delle istituzioni. Se il Governo non vuole essere tacciato di connivenza con i mafiosi si attivi immediatamente con misure volte a contrastare le Ecomafie. Come IdV - conclude De Toni - chiediamo tolleranza zero per i reati contro l'ambiente e la salute pubblica".
Pubblicato da Ufficio stampa IdV al Senato [ idv_ufficiostampa@senato.it ]
25 ottobre 2009 Bresciaoggi
AMBIENTE. Ad Amantea grande manifestazione contro la contaminazione di mare e territorio
Nave di veleni, in piazza a migliaia: «Un incubo»
Sui cartelli: «Le scorie portatele in Parlamento» Il presidente della Calabria: la gente vuole sapere. Ma il ministro: speculazione politica della sinistra
AMANTEA (COSENZA)… Di «legalità violentata» ha parlato il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha partecipato al corteo: «Dobbiamo lavorare per risvegliare le coscienze. Il silenzio e l’omertà sono atteggiamenti mafiosi». …
25 ottobre 2009 Giornale di Brescia
Nave dei veleni: Amantea protesta
In migliaia hanno sfilato per denunciare l’avvelenamento della Calabria
…Di «legalità violentata» ha parlato il leader di Italia dei Valori, Di Pietro, che ha sfilato in mezzo alle bandiere del suo partito. «Dobbiamo lavorare - ha detto Di Pietro - per risvegliare le coscienze. Il silenzio e l’omertà sono atteggiamenti mafiosi».
…
Nave veleni. De Toni: incomprensibile inerzia, latitanza e ritardo del Governo
"La vicenda della nave dei veleni è una delle pagine piu' brutte della storia delle ecomafie anche per l'inerzia, la latitanza e l'incomprensibile ritardo del Governo". Lo ha detto il senatore Gianpiero De Toni, capogruppo della commissione bicamerale d'inchiesta sul Ciclo dei rifiuti in missione oggi in Calabria. "Nessun allarmismo inutile, ma l'IdV chiede risposte certe in tempi brevi perché la cittadinanza ha il diritto di sapere come stanno veramente le cose. Tra l'altro, abbiamo chiesto di esaminare quanto prima il contenuto del materiale a bordo della Cunsky che deve essere immediatamente rimosso e per il quale si è provveduto ad emanare un provvedimento di sequestro dei sedimenti attorno alla nave. Su questo punto la delegazione parlamentare è d'accordo all'unanimità. Torneremo in Calabria tra pochi giorni per verificare lo stato delle cose. Dietro al traffico illecito c'è una vera e propria cospirazione che coinvolge industriali e rappresentanti delle istituzioni. Se il Governo non vuole essere tacciato di connivenza con i mafiosi si attivi immediatamente con misure volte a contrastare le Ecomafie. Come IdV - conclude De Toni - chiediamo tolleranza zero per i reati contro l'ambiente e la salute pubblica".
Pubblicato da Ufficio stampa IdV al Senato [ idv_ufficiostampa@senato.it ]
25 ottobre 2009 Bresciaoggi
AMBIENTE. Ad Amantea grande manifestazione contro la contaminazione di mare e territorio
Nave di veleni, in piazza a migliaia: «Un incubo»
Sui cartelli: «Le scorie portatele in Parlamento» Il presidente della Calabria: la gente vuole sapere. Ma il ministro: speculazione politica della sinistra
AMANTEA (COSENZA)… Di «legalità violentata» ha parlato il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che ha partecipato al corteo: «Dobbiamo lavorare per risvegliare le coscienze. Il silenzio e l’omertà sono atteggiamenti mafiosi». …
25 ottobre 2009 Giornale di Brescia
Nave dei veleni: Amantea protesta
In migliaia hanno sfilato per denunciare l’avvelenamento della Calabria
…Di «legalità violentata» ha parlato il leader di Italia dei Valori, Di Pietro, che ha sfilato in mezzo alle bandiere del suo partito. «Dobbiamo lavorare - ha detto Di Pietro - per risvegliare le coscienze. Il silenzio e l’omertà sono atteggiamenti mafiosi».
…
mercoledì 21 ottobre 2009
Il Coordinatore Sen. De Toni incontra il territorio
IL COORDINATORE DE TONI INCONTRA IL TERRITORIO
Zona 1 - Vallecamonica Darfo Boario Terme, 22 agosto 2009
Zona 7 - Bassa est Montichiari, 02 settembre 2009
Incontro con i giovani Brescia, 10 settembre 2009
Zona 9 - Brescia, 16 ottobre 2009
Zona 5 - Lago di Garda 19 ottobre 2009
Zona 6 e 7 - Bassa Ovest/Chiari, Chiari 23 ottobre
Zona 2 - Sebino/Franciacorta Monticelli Brusati 25 ottobre 2009
Zona 1 - Vallecamonica Darfo Boario Terme, 22 agosto 2009
Zona 7 - Bassa est Montichiari, 02 settembre 2009
Incontro con i giovani Brescia, 10 settembre 2009
Zona 9 - Brescia, 16 ottobre 2009
Zona 5 - Lago di Garda 19 ottobre 2009
Zona 6 e 7 - Bassa Ovest/Chiari, Chiari 23 ottobre
Zona 2 - Sebino/Franciacorta Monticelli Brusati 25 ottobre 2009
10 Domande a Minzolini
10 DOMANDE A MINZOLINI
Autore Pancho Pardi
Nella seduta della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai dello scorso 14 ottobre era presente in audizione il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. L'audizione è uno strumento utilissimo per porre domande, il dovere dell'audito è di rispondere. Nei tre minuti a mia disposizione ho posto al direttore 10 domande, che pubblico di seguito, quattro sull'assenza dell'Italia dei valori nei suoi tg, sei di interesse generale. Non ho ricevuto alcuna risposta.
1) Da quando è arrivato lei al Tg1 sono sparite le dichiarazioni in voce di tutti gli esponenti dell’Italia dei Valori. L'ordine è partito da lei o da qualcun altro? Le sembra deontologicamente corretto?
2) I tg rai seguono le convention dei partiti, è stato fatto con tutti tranne che con l’Italia dei Valori. Non solo non c’era un inviato alla nostra festa di Vasto, ma non c’è stato neanche un servizio dal suo tg. Perché? Chi ha dato l’ordine?
3) Da quando abbiamo presentato un esposto all’Agenzia per le Comunicazioni e informato la Vigilanza, al suo tg è apparsa qualche dichiarazione dell’Italia dei Valori, ma le percentuali delle nostre presenze restano al di sotto dell’1 per cento mentre, ricordo, alle Europee l'Idv ha avuto l'8 per cento dei voti. Come intende risolvere la questione?
4) La settimana successiva alla segnalazione fatta all’Agcom, il Tg1 avete mandato in onda le dichiarazioni di due parlamentari dell'IdV, una di queste non era in linea con la posizione del partito. Di Pietro è l’unico leader tra i partiti presenti in Parlamento sistematicamente escluso dalla pagina politica del suo tg. Perché?Le sei domande di interesse generale
5) TERREMOTO - Per quale ragione la manifestazione di protesta dei terremotati dell'Aquila del 16 giugno davanti a Montecitorio è scomparsa dal Tg1 quando era presente su tutti gli altri tg?
6) PRIMO EDITORIALE - Inchiesta di Bari, festini a palazzo Grazioli e Villa Certosa. Perché la notizia è stata trafugata, manipolata e giudicata pettegolezzo, di fatto ignorata, quando la stampa internazionale ne parlava già apertamente?
7) SECONDO EDITORIALE - libertà di stampa. Qual è la fonte del dato da lei citato sulle 430 querele dei politici negli ultimi dieci anni, di cui il 68% presentato dal centro sinistra? A noi non risultano questi dati.
8) LODO MONDADORI - La notizia della sentenza su Fininvest era la prima su tutte le testate on line e in tutti i Tg. Nell'edizione delle 13.30 del 5 ottobre, la prima utile, il Tg1 la collocava al settimo posto senza alcun richiamo nei titoli di testa. Perché?
9) GUERRA DEI GIORNALI, - Ritiene eticamente corretto il servizio andato in onda il 12 ottobre contro l'editoriale di Scalfari con tre interviste a direttori di quotidiani senza diritto di replica a Repubblica? E' giusto paragonare gli scontri di Blair e Zapatero con i mass media a quelli di Berlusconi, sapendo che egli è proprietario della metà del sistema televisivo e che i primi due non hanno mai querelato nessuno?
10) PRIVACY - La Bbc, televisione pubblica della Gran Bretagna ed esempio di giornalismo sano e corretto in tutto il mondo, ha chiesto in diretta tv al premier Gordon Brown se facesse uso di psicofarmaci e Brown ha risposto alla domanda. Perché non ha posto a Berlusconi domande sulla sua privacy?
martedì 20 ottobre 2009
venerdì 9 ottobre 2009
L'Italia non è una Repubblica presidenziale
Il Giornale - giovedì 8 ottobre 2009
Roma - La mattina dopo è lo stesso. Silvio Berlusconi non si sposta di una virgola: la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano per il premier arriva da sinistra. Dalla "minoranza di toghe rosse organizzatissime". Nel pomeriggio il presidente del Consiglio riunisce i vertici del Pdl per frenare ogni ipotesi di manifestazione di piazza. Ma chiede "rispetto" per la sua carica: "Il premier è l’unica carica eletta dal popolo".
NON E' VERO CHE IL PREMIER E' UNA CARICA ELETTA DAL POPOLO
PERCHE' L'ITALIA NON E' UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE.
IL PREMIER E' STATO VOTATO DAL PARLAMENTO
Roma - La mattina dopo è lo stesso. Silvio Berlusconi non si sposta di una virgola: la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano per il premier arriva da sinistra. Dalla "minoranza di toghe rosse organizzatissime". Nel pomeriggio il presidente del Consiglio riunisce i vertici del Pdl per frenare ogni ipotesi di manifestazione di piazza. Ma chiede "rispetto" per la sua carica: "Il premier è l’unica carica eletta dal popolo".
NON E' VERO CHE IL PREMIER E' UNA CARICA ELETTA DAL POPOLO
PERCHE' L'ITALIA NON E' UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE.
IL PREMIER E' STATO VOTATO DAL PARLAMENTO
giovedì 8 ottobre 2009
Italia dei Valori aderisce allo sciopero nazionale dei metalmeccanici
Italia dei Valori aderisce allo sciopero nazionale dei metalmeccanici proclamato per il 9 ottobre dalla FIOM-CGIL.
Aderiamo perché siamo convinti delle ragioni che spingono i metalmeccanici a sacrificare otto ore di salario ed alla fatica di manifestare nelle principali città italiane.
Il governo Berlusconi, fino a ieri, ha sempre negato la crisi ed oggi dichiara che è superata. Mai una volta che avesse avuto il coraggio di affrontarla. Forse sarà superata per le banche, per le grandi aziende monopoliste, per le tasche degli speculatori e di Berlusconi.
Invece sta arrivando una tempesta nei luoghi di lavoro con il licenziamento di migliaia di giovani precari e di lavoratori che non hanno o stanno terminando la cassa integrazione.
Migliaia di artigiani e piccole e medie imprese – soprattutto quelle che hanno investito – sono strozzate dal credito e rischiano di chiudere.
Aderiamo perché siamo convinti delle ragioni che spingono i metalmeccanici a sacrificare otto ore di salario ed alla fatica di manifestare nelle principali città italiane.
Il governo Berlusconi, fino a ieri, ha sempre negato la crisi ed oggi dichiara che è superata. Mai una volta che avesse avuto il coraggio di affrontarla. Forse sarà superata per le banche, per le grandi aziende monopoliste, per le tasche degli speculatori e di Berlusconi.
Invece sta arrivando una tempesta nei luoghi di lavoro con il licenziamento di migliaia di giovani precari e di lavoratori che non hanno o stanno terminando la cassa integrazione.
Migliaia di artigiani e piccole e medie imprese – soprattutto quelle che hanno investito – sono strozzate dal credito e rischiano di chiudere.
martedì 29 settembre 2009
Abbonamento a il Fatto Quotidiano
Invito a tutti ad abbonarvi a Il Fatto Quotidiano, di seguito il link con tutte le informazioni
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578
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giovedì 24 settembre 2009
Manifestazione in favore di Peppino Impastato
Manifestazione in favore di Peppino Impastato, control la decisione del sindaco del paese di togliere una targa dedicata a Peppino Impastato dalal Biblioteca Comunale, in difesa della cultura e della memoria, Sabato 26 Settembre, ore 14:30, Ponteranica (BG)
Per quanto riguarda il corteo, partirà da via Matteotti, proseguirà in via Valbona, si fermerà nei pressi del bocciodromo (dove all'ulivo recentemente piantato sarà esposta una targa con il nome di Peppino Impastato), infine proseguirà verso gli impianti sportivi di via 8 Marzo.
Il ritrovo è in Via Matteotti, per le ore 14
Per quanto riguarda il corteo, partirà da via Matteotti, proseguirà in via Valbona, si fermerà nei pressi del bocciodromo (dove all'ulivo recentemente piantato sarà esposta una targa con il nome di Peppino Impastato), infine proseguirà verso gli impianti sportivi di via 8 Marzo.
Il ritrovo è in Via Matteotti, per le ore 14
martedì 22 settembre 2009
Brescia partecipa al 4° incontro Nazionale IDV 18-19-20 settembre 2009 L'ALTERNATIVA POSSIBILE
mercoledì 16 settembre 2009
Pulman per Vasto
PULLMAN PER VASTO
La segreteria provinciale mette a diposizione degli iscritti e simpatizzanti il pullman per il 4° Incontro Nazionale di Vasto L'ALTERNATIVA DI GOVERNO del 18-19-20 settembre 2009
Partenza giovedì 17 settembre sera
Per info chiamare la segreteria
La segreteria provinciale mette a diposizione degli iscritti e simpatizzanti il pullman per il 4° Incontro Nazionale di Vasto L'ALTERNATIVA DI GOVERNO del 18-19-20 settembre 2009
Partenza giovedì 17 settembre sera
Per info chiamare la segreteria
martedì 15 settembre 2009
Contro guinzagli all'informazione FNSI annuncia manifestazione a Roma
Contro guinzagli all'informazione FNSI annuncia manifestazione a Roma
Italia dei valori aderisce
La Segreteria della Federazione nazionale della Stampa Italiana ha deliberato oggi di proporre alle forze sindacali e sociali di tenere sabato 19 settembre prossimo a Roma una "manifestazione civica" per la libertà dell’informazione, "difendendola da ogni tentativo di depotenziarne la funzione costituzionalmente garantita e di indurre silenzi non dovuti".Per il sindacato dei giornalisti, "C’è un allarme che sta diventando molto alto nel Paese. Non è la prima volta che è stata necessaria la mobilitazione anche contro governanti di segno diverso da quello attuale, ma oggi si sta vivendo una fase di grande delicatezza con attacchi senza precedenti. Non solo disegni di legge bavaglio ma anche azioni forti in sedi giudiziarie e manifestazioni pubbliche che hanno l’oggettivo risultato di costituire una minaccia per chi fa informazione ritenuta non gradita"."L’informazione non si farà mettere il guinzaglio. - avverte la FNSI - Il mondo dell’informazione, assieme al mondo del lavoro ed alla società civile, è chiamato a scongiurare questo pericolo. C’è bisogno urgente di riassumere e promuovere la consapevolezza piena della funzione dell’informazione quale pilastro di ogni democrazia; una funzione che è anche politica ma che non appartiene alla disponibilità del potere. E’ una materia che va sottratta, prima che sia troppo tardi, alle contingenze dei virulenti contrasti politici e che impone pertanto il rispetto dei principi legali e sociali di convivenza di cui è parte integrante".La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che sia necessaria, quindi, una reattività civile nella considerazione che "l’informazione è libertà; ogni ferita che essa subisce determina una attenuazione della libertà di tutti. E’ indispensabile che l’informazione possa dare una rappresentazione permanente della vita del Paese, nella pluralità dei punti di vista e di tutte le rappresentanze sociali e culturali e ne racconti liberamente i successi e i problemi".Nei prossimi giorni la Fnsi definirà il programma della manifestazione con le organizzazioni copromotrici dell’iniziativa. Giovedì della prossima settimana si riunirà a Roma la Giunta esecutiva federale.
Giovedi 24/09 fiaccolata contro l'intolleranza e tutti i razzismi
Giovedì 24 settembre fiaccolata contro l’intolleranza e tutti i razzismi
Italia dei Valori aderisce all'iniziativa
Roma capitale d'Italia è tra le grandi città che hanno bisogno di ascolto. I grandi agglomerati sociali manifestano per primi i segnali di disagio sociale che in realtà sono del Paese intero. Le grandi metropoli sono le antenne del cambiamento, le precursori dell'evoluzione, o dell'involuzione sociale, tecnologica, economica, etica."Roma contro l'intolleranza e tutti i razzismi" è lo slogan della fiaccolata che si terrà giovedì 24 settembre, alle 19,00, da piazza SS. Apostoli al Colosseo a cui Italia dei Valori aderirà, coerentemente con i propri valori culturali e politici che proclama ogni giorno.
Il razzismo, l’intolleranza, l’odio per chi è diverso dal proprio modo di pensare e di vivere, sono stati la linfa che ha alimentato le tragedie e gli orrori peggiori del XX secolo.Poiché la Storia è sovente costituita da corsi e ricorsi, c’è l’obbligo morale di non dimenticare e di opporsi con tutte le proprie forze ad ogni forma di discriminazione, violenza e negazione dei diritti.Il razzismo è un male molto pericoloso perché, come un virus estremamente contagioso, è in grado di passare da un individuo ad un altro con grande velocità. Sovente assume forme assai diverse e di volta in volta prolifera all’ombra della degenerazione dei concetti di nazione, religione, politica e morale.Esiste però un minimo comune denominatore che consente di individuarlo sotto le forme più disparate e di combatterlo: l’odio e la violenza che inevitabilmente produce.A Roma si sono verificati una serie di episodi di violenza che hanno visto vittime persone alle quali gli aggressori rimproveravano un orientamento sessuale diverso dal loro.Contro questo odioso fenomeno è giusto e doveroso che le istituzioni, la politica, ma soprattutto la società civile scendano in piazza per gridare con voce forte e chiara tutta la loro riprovazione e condanna.Se questo non avvenisse si rischierebbe di alimentare con l’indifferenza l’odioso fenomeno del razzismo, ponendo le basi per il verificarsi di nuovi episodi di discriminazione e di violenza che oggi hanno come motivo scatenante l’omofobia, ieri avevano il colore della pelle, e domani potrebbero avere come scusa il colore dei capelli o il modo di vestire.Proprio perché credo profondamente nell’articolo 3 della Costituzione Italiana che proclama l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, aderisco pienamente e senza riserve alla fiaccolata del 24 settembre contro l’intolleranza e tutti i razzismi e in qualità di parlamentare e presidente di un partito politico quale l’Italia dei Valori, prendo solenne impegno a favorire quanto prima l’approvazione di una legge nazionale contro l’omofobia e a realizzare ogni provvedimento che consenta di affermare la cultura delle pari opportunità e del pieno rispetto dei diritti da parte di ogni cittadino.
Italia dei Valori aderisce all'iniziativa
Roma capitale d'Italia è tra le grandi città che hanno bisogno di ascolto. I grandi agglomerati sociali manifestano per primi i segnali di disagio sociale che in realtà sono del Paese intero. Le grandi metropoli sono le antenne del cambiamento, le precursori dell'evoluzione, o dell'involuzione sociale, tecnologica, economica, etica."Roma contro l'intolleranza e tutti i razzismi" è lo slogan della fiaccolata che si terrà giovedì 24 settembre, alle 19,00, da piazza SS. Apostoli al Colosseo a cui Italia dei Valori aderirà, coerentemente con i propri valori culturali e politici che proclama ogni giorno.
Il razzismo, l’intolleranza, l’odio per chi è diverso dal proprio modo di pensare e di vivere, sono stati la linfa che ha alimentato le tragedie e gli orrori peggiori del XX secolo.Poiché la Storia è sovente costituita da corsi e ricorsi, c’è l’obbligo morale di non dimenticare e di opporsi con tutte le proprie forze ad ogni forma di discriminazione, violenza e negazione dei diritti.Il razzismo è un male molto pericoloso perché, come un virus estremamente contagioso, è in grado di passare da un individuo ad un altro con grande velocità. Sovente assume forme assai diverse e di volta in volta prolifera all’ombra della degenerazione dei concetti di nazione, religione, politica e morale.Esiste però un minimo comune denominatore che consente di individuarlo sotto le forme più disparate e di combatterlo: l’odio e la violenza che inevitabilmente produce.A Roma si sono verificati una serie di episodi di violenza che hanno visto vittime persone alle quali gli aggressori rimproveravano un orientamento sessuale diverso dal loro.Contro questo odioso fenomeno è giusto e doveroso che le istituzioni, la politica, ma soprattutto la società civile scendano in piazza per gridare con voce forte e chiara tutta la loro riprovazione e condanna.Se questo non avvenisse si rischierebbe di alimentare con l’indifferenza l’odioso fenomeno del razzismo, ponendo le basi per il verificarsi di nuovi episodi di discriminazione e di violenza che oggi hanno come motivo scatenante l’omofobia, ieri avevano il colore della pelle, e domani potrebbero avere come scusa il colore dei capelli o il modo di vestire.Proprio perché credo profondamente nell’articolo 3 della Costituzione Italiana che proclama l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, aderisco pienamente e senza riserve alla fiaccolata del 24 settembre contro l’intolleranza e tutti i razzismi e in qualità di parlamentare e presidente di un partito politico quale l’Italia dei Valori, prendo solenne impegno a favorire quanto prima l’approvazione di una legge nazionale contro l’omofobia e a realizzare ogni provvedimento che consenta di affermare la cultura delle pari opportunità e del pieno rispetto dei diritti da parte di ogni cittadino.
domenica 13 settembre 2009
Il Coordinatore Sen. De Toni incontra il territorio
IL COORDINATORE DE TONI INCONTRA IL TERRITORIO
Zona 1 - Vallecamonica Darfo Boario Terme, 22 agosto 2009
Zona 7- BassaMontichiari, 02 settembre 2009
Incontro con i giovani Brescia, 10 settembre 2009
Zona 1 - Vallecamonica Darfo Boario Terme, 22 agosto 2009
Zona 7- BassaMontichiari, 02 settembre 2009
Incontro con i giovani Brescia, 10 settembre 2009
domenica 30 agosto 2009
Intervista televisiva al Sen. De Toni
Brescia 20 agosto 2009
http://www.youtube.com/watch?v=CmvaxxH_N-g
http://www.youtube.com/watch?v=CmvaxxH_N-g
mercoledì 26 agosto 2009
Incontro programmatico dell'Italia dei Valori, Vasto 18-19-20 settembre
Oggetto: Incontro programmatico dell’Italia dei Valori, Vasto 18-19-20 settembre
Il 18-19-20 settembre a Vasto si terrà l’Incontro programmatico dell’Italia dei Valori,
considerata l’importanza dell’appuntamento la Sede Provinciale organizza, per gli interessati all’Incontro, un Pullman per recarsi tutti insieme nella città abruzzese.
Le adesioni dovranno essere comunicate alla Sede provinciale di Brescia al tel. 030 3756848 (dalle 10 alle 13) o via mail a idv.brescia@libero.it entro il 5 settembre.
Per quanto riguarda il programma del viaggio, si prevede la partenza giovedì 17 sera, due pernottamenti e rientro da Vasto domenica pomeriggio.
In attesa di risposta Ti porgo cordiali saluti.
Il Coordinatore Provinciale
Sen. Gianpiero De Toni
Il 18-19-20 settembre a Vasto si terrà l’Incontro programmatico dell’Italia dei Valori,
considerata l’importanza dell’appuntamento la Sede Provinciale organizza, per gli interessati all’Incontro, un Pullman per recarsi tutti insieme nella città abruzzese.
Le adesioni dovranno essere comunicate alla Sede provinciale di Brescia al tel. 030 3756848 (dalle 10 alle 13) o via mail a idv.brescia@libero.it entro il 5 settembre.
Per quanto riguarda il programma del viaggio, si prevede la partenza giovedì 17 sera, due pernottamenti e rientro da Vasto domenica pomeriggio.
In attesa di risposta Ti porgo cordiali saluti.
Il Coordinatore Provinciale
Sen. Gianpiero De Toni
lunedì 24 agosto 2009
giovedì 20 agosto 2009
lunedì 13 luglio 2009
De Toni: Dopo Viareggio più soldi alla sicurezza, basta con i tagli alle ferrovie
Mercoledi 1 luglio 2009
De Toni: Dopo Viareggio più soldi alla sicurezza, basta con i tagli alle ferrovie
"Non è possibile che in questo Paese si continuino a dare i soldi per realizzare solo l'alta velocità e che nella realtà delle ferrovie regionali e locali si continui a morire perché non si controllano i carri ferroviari che circolano nel nostro Paese". Lo ha detto in aula, commentando l'informativa del ministro Matteoli sulla tragedia di Viareggio, il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Trasporti del Senato, Gianpiero De Toni. "Su questo punto - ha ribadito De Toni che ieri ha presentato un'interpellanza su questo tema - vogliamo chiarezza. "I fondi che il Governo Prodi aveva destinato alle Ferrovie dello Stato - ha detto ancora il senatore De Toni - hanno subito con la legge finanziaria 2009 una riduzione del 32,5 % e gli incidenti ferroviari sono continuati ad aumentare. Ci sono troppi aspetti di questa vicenda che ancora non risultano chiari, troppi aspetti di questa vicenda che ripropongono l'annoso problema delle responsabilità per la grave situazione in cui versa lo stato della sicurezza del trasporto ferroviario del nostro Paese".
De Toni: Dopo Viareggio più soldi alla sicurezza, basta con i tagli alle ferrovie
"Non è possibile che in questo Paese si continuino a dare i soldi per realizzare solo l'alta velocità e che nella realtà delle ferrovie regionali e locali si continui a morire perché non si controllano i carri ferroviari che circolano nel nostro Paese". Lo ha detto in aula, commentando l'informativa del ministro Matteoli sulla tragedia di Viareggio, il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Trasporti del Senato, Gianpiero De Toni. "Su questo punto - ha ribadito De Toni che ieri ha presentato un'interpellanza su questo tema - vogliamo chiarezza. "I fondi che il Governo Prodi aveva destinato alle Ferrovie dello Stato - ha detto ancora il senatore De Toni - hanno subito con la legge finanziaria 2009 una riduzione del 32,5 % e gli incidenti ferroviari sono continuati ad aumentare. Ci sono troppi aspetti di questa vicenda che ancora non risultano chiari, troppi aspetti di questa vicenda che ripropongono l'annoso problema delle responsabilità per la grave situazione in cui versa lo stato della sicurezza del trasporto ferroviario del nostro Paese".
martedì 9 giugno 2009
De Toni: "Daremo risposte ai bresciani dai banchi dell'opposizione"
Martedi 9 giugno 2009
L’Italia dei Valori: «Ora tocca al Pd»
De Toni guarda al Governo: «Il Partito Democratico deve dirci cosa vuole fare» Quanto al Broletto, «daremo risposte ai bresciani dai banchi dell’opposizione»
Che l’Italia dei Valori fosse in crescita di consensi si sapeva, ma un exploit del genere non era facilmente ipotizzabile. Sul piano nazionale, alle elezioni europee il partito guidato da Antonio Di Pietro sfiora l’8 per cento, quasi il doppio delle politiche dello scorso anno. E lusinghiero, il risultato, lo è anche per quanto riguarda l’analisi del voto europeo a Brescia, dove l’Idv ha ottenuto il 5,54 per cento (nel 2004 era all’1,3 e alle politiche del 2008 al 3,09). Leggermente più basso - 4,8 circa - il voto alle provinciali, dove l’Italia dei Valori si è presentata in solitudine a sostegno di Gianpiero De Toni. Il quale ringrazia gli elettori, parla di vittoria netta di Daniele Molgora, «il segno che l’elettorato ha votato per la continuità», e aggiunge che il suo partito farà ogni sforzo, dai banchi dell’opposizione, «per dare le risposte che un milione e 300 mila cittadini bresciani ancora attendono».I CONSENSI leggermente inferiori per il suo partito alle provinciali, li spiega così: «Il punto di partenza era diverso - afferma -. Sappiamo qual è il peso della Lega nelle valli e sappiamo che costruire una presenza organizzata non è semplice. Per noi era anche la prima volta che ci presentavamo alle elezioni provinciali da soli». Per il parlamentare è comunque indubbio che la vera novità di questa tornata elettorale sia proprio il successo dell’Italia dei Valori, un successo che secondo De Toni si spiega con «la crisi, non solo economica, che attraversa l’Italia». «L’altra novità del voto è la Lega - osserva il parlamentare -: noi siamo alternativi a loro, ora tocca al Partito Democratico fare le sue riflessioni».IL TEMA che Di Pietro e gli altri leader nazionali del partito continuano a ripetere in queste ore è la costruzione dell’«alternativa di governo», un’affermazione che è diretta conseguenza dell’analisi del voto. «Al congresso nazionale dello scorso anno a Vasto abbiamo detto che Berlusconi è la maga Circe che attrae - ricorda De Toni -. Resta il fatto che quest’anno Berlusconi si è fermato al 35 per cento, una tendenza da leggere in modo chiaro. Non so se è già finito un ciclo politico, ma credo però che sia iniziata la discesa. Ed è in questo senso che noi ci attiviamo per essere alternativa di governo». E anche di valori, aggiunge De Toni: «La Lega è il partito delle paure e delle ansie - sottolinea -, una formazione che spesso non dà prova di grande civiltà. Si tratta di capire se a vincere debbano essere le ronde o se invece al centro debba essere messa la persona».La costruzione dell’alternativa passa inevitabilmente dal rapporto con il Partito Democratico. Anche su questo De Toni è chiaro: «Noi chiediamo solo una cosa al Partito Democratico - spiega -: che non si fidi di Berlusconi, una persona con la quale non è possibile dialogare di riforme o di altri grandi temi, perché cambia sempre le carte». E, se questa è la richiesta, per il resto De Toni sottolinea «il grande valore del maggiore partito di opposizione» e dice: «Noi ci siamo». Il parlamentare invita anche il Pd a diffidare di chi, come l’Udc, adotta la politica dei due forni di democristiana memoria, quella che tradotta nella situazione di oggi porta l’Udc a «non chiarire da che parte vuole stare». Insomma, il messaggio che De Toni manda a dire è «chiarezza nei comportamenti e nelle posizioni». DE TONI è anche consapevole che i voti di Pd e Italia dei Valori non sono sufficienti per riuscire a costruire un’alternativa di governo. E guarda all’elettorato di sinistra: «C’è una sinistra in difficoltà non indifferente - rileva -, un voto alla ricerca di qualcosa che che non c’è. Di questo dobbiamo riflettere: personalmente ho un grande rispetto nei confronti di quell’elettorato che si impegna ed è leale». E in quel «bisogna riflettere» De Toni lascia intendere che Italia dei Valori e Pd devono farsi carico «in modo responsabile» anche di quei voti che in questo momento non trovano rappresentanza in parlamento. Per evitare che, privi di voce, quei voti finiscano da altre parti. Di tutto questo, annuncia De Toni, si discuterà il prossimo 22 giugno al Consiglio nazionale del partito. Al centro, la costruzione dell’alternativa di governo e la tessitura dei legami con gli altri partiti di opposizione al centrodestra.
L’Italia dei Valori: «Ora tocca al Pd»
De Toni guarda al Governo: «Il Partito Democratico deve dirci cosa vuole fare» Quanto al Broletto, «daremo risposte ai bresciani dai banchi dell’opposizione»
Che l’Italia dei Valori fosse in crescita di consensi si sapeva, ma un exploit del genere non era facilmente ipotizzabile. Sul piano nazionale, alle elezioni europee il partito guidato da Antonio Di Pietro sfiora l’8 per cento, quasi il doppio delle politiche dello scorso anno. E lusinghiero, il risultato, lo è anche per quanto riguarda l’analisi del voto europeo a Brescia, dove l’Idv ha ottenuto il 5,54 per cento (nel 2004 era all’1,3 e alle politiche del 2008 al 3,09). Leggermente più basso - 4,8 circa - il voto alle provinciali, dove l’Italia dei Valori si è presentata in solitudine a sostegno di Gianpiero De Toni. Il quale ringrazia gli elettori, parla di vittoria netta di Daniele Molgora, «il segno che l’elettorato ha votato per la continuità», e aggiunge che il suo partito farà ogni sforzo, dai banchi dell’opposizione, «per dare le risposte che un milione e 300 mila cittadini bresciani ancora attendono».I CONSENSI leggermente inferiori per il suo partito alle provinciali, li spiega così: «Il punto di partenza era diverso - afferma -. Sappiamo qual è il peso della Lega nelle valli e sappiamo che costruire una presenza organizzata non è semplice. Per noi era anche la prima volta che ci presentavamo alle elezioni provinciali da soli». Per il parlamentare è comunque indubbio che la vera novità di questa tornata elettorale sia proprio il successo dell’Italia dei Valori, un successo che secondo De Toni si spiega con «la crisi, non solo economica, che attraversa l’Italia». «L’altra novità del voto è la Lega - osserva il parlamentare -: noi siamo alternativi a loro, ora tocca al Partito Democratico fare le sue riflessioni».IL TEMA che Di Pietro e gli altri leader nazionali del partito continuano a ripetere in queste ore è la costruzione dell’«alternativa di governo», un’affermazione che è diretta conseguenza dell’analisi del voto. «Al congresso nazionale dello scorso anno a Vasto abbiamo detto che Berlusconi è la maga Circe che attrae - ricorda De Toni -. Resta il fatto che quest’anno Berlusconi si è fermato al 35 per cento, una tendenza da leggere in modo chiaro. Non so se è già finito un ciclo politico, ma credo però che sia iniziata la discesa. Ed è in questo senso che noi ci attiviamo per essere alternativa di governo». E anche di valori, aggiunge De Toni: «La Lega è il partito delle paure e delle ansie - sottolinea -, una formazione che spesso non dà prova di grande civiltà. Si tratta di capire se a vincere debbano essere le ronde o se invece al centro debba essere messa la persona».La costruzione dell’alternativa passa inevitabilmente dal rapporto con il Partito Democratico. Anche su questo De Toni è chiaro: «Noi chiediamo solo una cosa al Partito Democratico - spiega -: che non si fidi di Berlusconi, una persona con la quale non è possibile dialogare di riforme o di altri grandi temi, perché cambia sempre le carte». E, se questa è la richiesta, per il resto De Toni sottolinea «il grande valore del maggiore partito di opposizione» e dice: «Noi ci siamo». Il parlamentare invita anche il Pd a diffidare di chi, come l’Udc, adotta la politica dei due forni di democristiana memoria, quella che tradotta nella situazione di oggi porta l’Udc a «non chiarire da che parte vuole stare». Insomma, il messaggio che De Toni manda a dire è «chiarezza nei comportamenti e nelle posizioni». DE TONI è anche consapevole che i voti di Pd e Italia dei Valori non sono sufficienti per riuscire a costruire un’alternativa di governo. E guarda all’elettorato di sinistra: «C’è una sinistra in difficoltà non indifferente - rileva -, un voto alla ricerca di qualcosa che che non c’è. Di questo dobbiamo riflettere: personalmente ho un grande rispetto nei confronti di quell’elettorato che si impegna ed è leale». E in quel «bisogna riflettere» De Toni lascia intendere che Italia dei Valori e Pd devono farsi carico «in modo responsabile» anche di quei voti che in questo momento non trovano rappresentanza in parlamento. Per evitare che, privi di voce, quei voti finiscano da altre parti. Di tutto questo, annuncia De Toni, si discuterà il prossimo 22 giugno al Consiglio nazionale del partito. Al centro, la costruzione dell’alternativa di governo e la tessitura dei legami con gli altri partiti di opposizione al centrodestra.
martedì 26 maggio 2009
De Toni: In Provincia un' utopia possibile
Giornale di Brescia 26 maggio 2009
«In Provincia un’utopia possibile»
Al centro del programma la persona, con la priorità del lavoro inteso come «risposta dignitosa alla presenza vera nella società»
«Brescia merita molto tempo, disponibilità, conoscenza del territorio ed esperienza amministrativa. Per questo, a differenza di quanto l’on. Molgora ha già dichiarato a proposito del suo incarico di sottosegretario nell’ambito del Governo Berlusconi, se io, in occasione delle prossime elezioni, ricevessi un consenso pieno e vero lascerei subito il mio incarico al Senato». A parlare è il senatore Gianpiero De Toni, dell’Italia dei Valori, unico tra i candidati alla presidenza della Provincia di Brescia nel cui curriculum c’è tanto l’esperienza di sindaco - per due mandati a Edolo - quanto quella di parlamentare, tutt’ora in corso. Con lui parole come «passione» e «utopia» irrompono nella campagna elettorale. La passione è quella di chi rivendica il senso della democrazia in un momento in cui si sente dire che «il Parlamento è pletorico» o che «nelle due camere basterebbero i capigruppo»; l’utopia, quella che il programma per l’Amministrazione provinciale dovrebbe sottendere, perché «la provincia è un insieme di cittadini attorno ai quali costruire quel sogno, quell’utopia che può diventare realtà».Persona e lavoro al centroIl primo punto del programma di De Toni è allora «l’umiltà di ricordare ogni mattina che al centro dell’azione politico-amministrativa va messo il cittadino bresciano con i suoi bisogni e le sue aspettative, insomma la persona». Quello immediatamente successivo, il lavoro: «Se ne parla all’articolo 1 della Costituzione», ricorda il senatore, sottolineando di non intendere semplicemente il «posto di lavoro», ma «la risposta dignitosa alla presenza vera della persona nella società»; e «persona significa anche immigrato, disabile, soggetto più debole, famiglia in difficoltà...».Poi «ci sono tutti gli altri temi», con quello infrastrutturale in primo piano: «Brescia ha bisogno di infrastrutture, siamo un crocevia a livello europeo». Ma si capisce che, in questa fase, per De Toni conta innanzitutto il progetto complessivo: insieme al suo leader, ritiene che le prossime elezioni siano «un appuntamento storico, con 62 province a rinnovo e, nel Bresciano, 153 Comuni. Di Pietro ha posto una questione di fondo: noi siamo l’alternativa possibile al Centrodestra, nel senso che i temi di fondo dell’Idv - legalità e trasparenza, questione morale e solidarietà - possono e devono trovare risposta dal territorio». E tra le proposte al riguardo contenute nel suo programma, il senatore rammenta il posizionamento di una webcam nella sala consiliare di Palazzo Broletto per mettere online le sedute del Consiglio provinciale.«La Provincia non può scomparire»Partecipare alle elezioni del 6 e 7 giugno, però, significa anche confrontarsi con il tema dell’utilità dell’ente Provincia. Come si pone rispetto a questo De Toni, che è stato anche presidente della Comunità montana di Valle Camonica? «Credo che ci siano province che non servono più e altre di dimensioni eccessive; per quanto riguarda la provincia di Brescia, con le sue caratteristiche, penso che non possa non esserci un ente intermedio tra la Regione e i Comuni che, d’altro canto, sono ben 206 e quindi hanno bisogno anche di essere coordinati tra loro. Certo, se nell’ambito di una riforma generale si andrà verso altri tipi di realtà come le città metropolitane, se ne dovrà rivedere la forma; ma io dico che oggi la Provincia di Brescia ha grandi responsabilità e quindi non può essere sostituita da qualcosa che non c’è. Altrimenti si rischiano, da una parte, il centralismo regionale; e, dall’altra, la solitudine dei Comuni».A quali «grandi responsabilità» si riferisce? «A una serie di funzioni concrete relative all’ambiente e alla gestione del territorio, ma anche alla crisi economica: la Provincia potrebbe promuovere e coordinare un tavolo con la realtà imprenditoriale, il mondo creditizio e il sistema del sindacato. E, ancora, l’ente ha competenze in materia di sicurezza e politiche sociali, scuola e formazione. Per non parlare del coordinamento infrastrutturale, ma pure dell’immigrazione, un fenomeno sul quale i Comuni non possono essere lasciati soli».Semmai, osserva il senatore-candidato, «il tema è un altro: bisogna ridurre il costo della politica». In che modo? «Per esempio attraverso la riduzione delle consulenze e la valorizzazione delle professionalità strutturalmente presenti in Provincia». Del resto, «chi amministra deve sapere che entrata e spesa sono un dato di responsabilità».
«In Provincia un’utopia possibile»
Al centro del programma la persona, con la priorità del lavoro inteso come «risposta dignitosa alla presenza vera nella società»
«Brescia merita molto tempo, disponibilità, conoscenza del territorio ed esperienza amministrativa. Per questo, a differenza di quanto l’on. Molgora ha già dichiarato a proposito del suo incarico di sottosegretario nell’ambito del Governo Berlusconi, se io, in occasione delle prossime elezioni, ricevessi un consenso pieno e vero lascerei subito il mio incarico al Senato». A parlare è il senatore Gianpiero De Toni, dell’Italia dei Valori, unico tra i candidati alla presidenza della Provincia di Brescia nel cui curriculum c’è tanto l’esperienza di sindaco - per due mandati a Edolo - quanto quella di parlamentare, tutt’ora in corso. Con lui parole come «passione» e «utopia» irrompono nella campagna elettorale. La passione è quella di chi rivendica il senso della democrazia in un momento in cui si sente dire che «il Parlamento è pletorico» o che «nelle due camere basterebbero i capigruppo»; l’utopia, quella che il programma per l’Amministrazione provinciale dovrebbe sottendere, perché «la provincia è un insieme di cittadini attorno ai quali costruire quel sogno, quell’utopia che può diventare realtà».Persona e lavoro al centroIl primo punto del programma di De Toni è allora «l’umiltà di ricordare ogni mattina che al centro dell’azione politico-amministrativa va messo il cittadino bresciano con i suoi bisogni e le sue aspettative, insomma la persona». Quello immediatamente successivo, il lavoro: «Se ne parla all’articolo 1 della Costituzione», ricorda il senatore, sottolineando di non intendere semplicemente il «posto di lavoro», ma «la risposta dignitosa alla presenza vera della persona nella società»; e «persona significa anche immigrato, disabile, soggetto più debole, famiglia in difficoltà...».Poi «ci sono tutti gli altri temi», con quello infrastrutturale in primo piano: «Brescia ha bisogno di infrastrutture, siamo un crocevia a livello europeo». Ma si capisce che, in questa fase, per De Toni conta innanzitutto il progetto complessivo: insieme al suo leader, ritiene che le prossime elezioni siano «un appuntamento storico, con 62 province a rinnovo e, nel Bresciano, 153 Comuni. Di Pietro ha posto una questione di fondo: noi siamo l’alternativa possibile al Centrodestra, nel senso che i temi di fondo dell’Idv - legalità e trasparenza, questione morale e solidarietà - possono e devono trovare risposta dal territorio». E tra le proposte al riguardo contenute nel suo programma, il senatore rammenta il posizionamento di una webcam nella sala consiliare di Palazzo Broletto per mettere online le sedute del Consiglio provinciale.«La Provincia non può scomparire»Partecipare alle elezioni del 6 e 7 giugno, però, significa anche confrontarsi con il tema dell’utilità dell’ente Provincia. Come si pone rispetto a questo De Toni, che è stato anche presidente della Comunità montana di Valle Camonica? «Credo che ci siano province che non servono più e altre di dimensioni eccessive; per quanto riguarda la provincia di Brescia, con le sue caratteristiche, penso che non possa non esserci un ente intermedio tra la Regione e i Comuni che, d’altro canto, sono ben 206 e quindi hanno bisogno anche di essere coordinati tra loro. Certo, se nell’ambito di una riforma generale si andrà verso altri tipi di realtà come le città metropolitane, se ne dovrà rivedere la forma; ma io dico che oggi la Provincia di Brescia ha grandi responsabilità e quindi non può essere sostituita da qualcosa che non c’è. Altrimenti si rischiano, da una parte, il centralismo regionale; e, dall’altra, la solitudine dei Comuni».A quali «grandi responsabilità» si riferisce? «A una serie di funzioni concrete relative all’ambiente e alla gestione del territorio, ma anche alla crisi economica: la Provincia potrebbe promuovere e coordinare un tavolo con la realtà imprenditoriale, il mondo creditizio e il sistema del sindacato. E, ancora, l’ente ha competenze in materia di sicurezza e politiche sociali, scuola e formazione. Per non parlare del coordinamento infrastrutturale, ma pure dell’immigrazione, un fenomeno sul quale i Comuni non possono essere lasciati soli».Semmai, osserva il senatore-candidato, «il tema è un altro: bisogna ridurre il costo della politica». In che modo? «Per esempio attraverso la riduzione delle consulenze e la valorizzazione delle professionalità strutturalmente presenti in Provincia». Del resto, «chi amministra deve sapere che entrata e spesa sono un dato di responsabilità».
giovedì 21 maggio 2009
Programma elettorale IDV per le elezioni Provincia di Brescia
Programma amministrativo per la Provincia di Brescia della lista Italia dei Valori, con candidato alla Presidenza della Provincia il Sen. Gianpiero De Toni.
http://picasaweb.google.it/idv.brescia/ProgrammaElettorale#slideshow/5338203060333443538
http://picasaweb.google.it/idv.brescia/ProgrammaElettorale#slideshow/5338203060333443538
Candidati Idv al Consiglio provinciale di Brescia
I 36 candidati dell'Italia dei Valori alla carica di Consigliere provinciale.
COLLEGI PROVINCIALI
Candidati
1-Bagnolo Mella
Favalli Giovanni
2-Breno
Zani Riccardo Giuseppe
3-Brescia I
Uberti Alessandro
4-Brescia II
Grazioli Sergio
5-Brescia III
Palmirani Salvatore
6-Brescia IV
Bassi Stefania
7-Brescia V
Carsana Gabriella
8-Brescia VI
Patitucci Francesco
9-Brescia VII
Cosentini Alfredo
10-Castel Mella Dello
Franzoni Donato
11-Chiari
Pederzoli Ermanno
12-Coccaglio Adro
Trovato Giovanni
13-Concesio Sarezzo
Colantonio Giuseppe
14-Darfo Boario Terme Esine
Cotti Letizia
15-Desenzano Del Garda
Schiavo Elena
16-Edolo
Capitanio Giuseppe
17-Gardone Val Trompia
Poli Ivano
18-Gavardo
Massardi Christian
19-Ghedi-Leno
Vetere Domenico
20-Gottolengo Gambara
Novati Mario
21-Gussago
Florio Primiano
22-Iseo
Claudia Sola
23-Lonato
Cortellazzi Raffaele
24-Lumezzane
Nicolaci Domenico
25-Manerbio Pontevico
Giovanni Migliorati
26-Montichiari
Cherubini Giovanni Carlo
27-Nave Botticino
Zanoni Paolo
28-Orzinuovi
Conti Umberto
29-Palazzolo Sull'oglio Pontoglio
Carbone Antonio
30-Pisogne
Angrisano Biagio
31-Rezzato
Pollonio Alfonso
32-Rovato
Consolati Pietro Angelo
33-Salo'
Pelizzari Luca
34-Travagliato
Filograsso Domenico
35-Verolanuova
Gardoni Giuseppe
36-Vobarno Vestone
Calzoni Gianluca
COLLEGI PROVINCIALI
Candidati
1-Bagnolo Mella
Favalli Giovanni
2-Breno
Zani Riccardo Giuseppe
3-Brescia I
Uberti Alessandro
4-Brescia II
Grazioli Sergio
5-Brescia III
Palmirani Salvatore
6-Brescia IV
Bassi Stefania
7-Brescia V
Carsana Gabriella
8-Brescia VI
Patitucci Francesco
9-Brescia VII
Cosentini Alfredo
10-Castel Mella Dello
Franzoni Donato
11-Chiari
Pederzoli Ermanno
12-Coccaglio Adro
Trovato Giovanni
13-Concesio Sarezzo
Colantonio Giuseppe
14-Darfo Boario Terme Esine
Cotti Letizia
15-Desenzano Del Garda
Schiavo Elena
16-Edolo
Capitanio Giuseppe
17-Gardone Val Trompia
Poli Ivano
18-Gavardo
Massardi Christian
19-Ghedi-Leno
Vetere Domenico
20-Gottolengo Gambara
Novati Mario
21-Gussago
Florio Primiano
22-Iseo
Claudia Sola
23-Lonato
Cortellazzi Raffaele
24-Lumezzane
Nicolaci Domenico
25-Manerbio Pontevico
Giovanni Migliorati
26-Montichiari
Cherubini Giovanni Carlo
27-Nave Botticino
Zanoni Paolo
28-Orzinuovi
Conti Umberto
29-Palazzolo Sull'oglio Pontoglio
Carbone Antonio
30-Pisogne
Angrisano Biagio
31-Rezzato
Pollonio Alfonso
32-Rovato
Consolati Pietro Angelo
33-Salo'
Pelizzari Luca
34-Travagliato
Filograsso Domenico
35-Verolanuova
Gardoni Giuseppe
36-Vobarno Vestone
Calzoni Gianluca
martedì 19 maggio 2009
De Toni: Legalità e trasparenza per la Provincia
Mercoledi 19 maggio 2009
Gli obiettivi del candidato presidente dell’Italia dei Valori contemplano anche il contenimento dei costi dell’ente.
«La persona con i suoi valori è al centro del nostro impegno amministrativo». È uno dei messaggi del programma elettorale dell’Italia dei Valori per le prossime elezioni provinciali e del candidato presidente della Provincia del partito di Di Pietro, il senatore Giampiero De Toni.De Toni ha presentato ieri la lista dei candidati dell’Idv al Consiglio Provinciale, accompagnato dal capogruppo in Senato dell’Idv, Felice Belisario. De Toni ha disegnato il ritratto «della Provincia di Brescia, così come emerge dal nostro programma per le elezioni». «La Provincia che vogliamo - ha sottolineato - è un ente che promuove la legalità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e la diminuzione dei costi della politica. Per questo noi proponiamo la riduzione dei consulenti esterni e il posizionamento di una webcam nella sala consiliare per mettere on line le sedute del Consiglio, e diciamo no alla nuova sede della Provincia». Nel vademecum elettorale dell’Idv si parla anche di infrastrutture e mobilità, economia e lavoro e politiche sociali. «Per far decollare l’aeroporto di Montichiari - ha spiegato De Toni - è necessario costruire un progetto condiviso tra Brescia, Verona e Bergamo. È necessario portare a conclusione i cantieri aperti prima di avviarne altri, anche per risparmiare le risorse. La Provincia deve promuovere una cultura del lavoro rispettosa dell’uomo e capace di valorizzare pienamente la sua socialità, la tutela dell’ambiente e della qualità della vita. Deve impegnarsi per la promozione del territorio ed essere attenta ai giovani e alle famiglie». L’Italia dei valori si presenta ai cittadini e agli elettori, ha detto Belisario, «come un partito vero, in carne e ossa, con delle idee concrete». «Questa è una campagna elettorale complessa - ha proseguito il capogruppo in Senato dell’Idv - . È difficile parlare agli elettori in un periodo nel quale la recessione è evidente. La crisi è reale e non si vedono prospettive di soluzione nell’immediato. La cassa integrazione aumenta, la domanda interna non riprende e l’export è in difficoltà. Che cosa vogliamo portare sul territorio, nelle realtà locali? Innanzitutto l’idea che un’alternativa è possibile, ma per concretizzarla è necessario cambiare i metodi e gli uomini».
Gli obiettivi del candidato presidente dell’Italia dei Valori contemplano anche il contenimento dei costi dell’ente.
«La persona con i suoi valori è al centro del nostro impegno amministrativo». È uno dei messaggi del programma elettorale dell’Italia dei Valori per le prossime elezioni provinciali e del candidato presidente della Provincia del partito di Di Pietro, il senatore Giampiero De Toni.De Toni ha presentato ieri la lista dei candidati dell’Idv al Consiglio Provinciale, accompagnato dal capogruppo in Senato dell’Idv, Felice Belisario. De Toni ha disegnato il ritratto «della Provincia di Brescia, così come emerge dal nostro programma per le elezioni». «La Provincia che vogliamo - ha sottolineato - è un ente che promuove la legalità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e la diminuzione dei costi della politica. Per questo noi proponiamo la riduzione dei consulenti esterni e il posizionamento di una webcam nella sala consiliare per mettere on line le sedute del Consiglio, e diciamo no alla nuova sede della Provincia». Nel vademecum elettorale dell’Idv si parla anche di infrastrutture e mobilità, economia e lavoro e politiche sociali. «Per far decollare l’aeroporto di Montichiari - ha spiegato De Toni - è necessario costruire un progetto condiviso tra Brescia, Verona e Bergamo. È necessario portare a conclusione i cantieri aperti prima di avviarne altri, anche per risparmiare le risorse. La Provincia deve promuovere una cultura del lavoro rispettosa dell’uomo e capace di valorizzare pienamente la sua socialità, la tutela dell’ambiente e della qualità della vita. Deve impegnarsi per la promozione del territorio ed essere attenta ai giovani e alle famiglie». L’Italia dei valori si presenta ai cittadini e agli elettori, ha detto Belisario, «come un partito vero, in carne e ossa, con delle idee concrete». «Questa è una campagna elettorale complessa - ha proseguito il capogruppo in Senato dell’Idv - . È difficile parlare agli elettori in un periodo nel quale la recessione è evidente. La crisi è reale e non si vedono prospettive di soluzione nell’immediato. La cassa integrazione aumenta, la domanda interna non riprende e l’export è in difficoltà. Che cosa vogliamo portare sul territorio, nelle realtà locali? Innanzitutto l’idea che un’alternativa è possibile, ma per concretizzarla è necessario cambiare i metodi e gli uomini».
lunedì 27 aprile 2009
De Toni: blocca-ricorsi solita furbata del Pdl
Venerdi 24 aprile 2009
Grandi Opere. De Toni: blocca-ricorsi solita furbata del Pdl
Gianpiero De Toni "Non ci sono dubbi. La legge blocca-ricorsi in materia di grandi opere è la solita furbata della maggioranza per fare del Belpaese quello che vuole: abusi edilizi e colate di cemento". Lo dichiara il senatore Gianpiero De Toni, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Lavori pubblici di palazzo Madama a proposito della proposta legge 2271 che vorrebbe azzerare i ricorsi alla giustizia amministrativa da parte delle associazioni ambientaliste storiche."Infatti - prosegue l'esponente dell'IdV - bloccare i sacrosanti ricorsi delle associazioni contro il cosiddetto 'mattone selvaggio' significa dare via libera allo scempio ambientale. Per questo - conclude De Toni - l'Italia dei Valori è pronta ad opporsi con fermezza a una proposta di legge palesemente incostituzionale volta solo ad intimidire, minacciando risarcimenti milionari, le associazioni preposte alla tutela dell'ambiente".
Grandi Opere. De Toni: blocca-ricorsi solita furbata del Pdl
Gianpiero De Toni "Non ci sono dubbi. La legge blocca-ricorsi in materia di grandi opere è la solita furbata della maggioranza per fare del Belpaese quello che vuole: abusi edilizi e colate di cemento". Lo dichiara il senatore Gianpiero De Toni, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Lavori pubblici di palazzo Madama a proposito della proposta legge 2271 che vorrebbe azzerare i ricorsi alla giustizia amministrativa da parte delle associazioni ambientaliste storiche."Infatti - prosegue l'esponente dell'IdV - bloccare i sacrosanti ricorsi delle associazioni contro il cosiddetto 'mattone selvaggio' significa dare via libera allo scempio ambientale. Per questo - conclude De Toni - l'Italia dei Valori è pronta ad opporsi con fermezza a una proposta di legge palesemente incostituzionale volta solo ad intimidire, minacciando risarcimenti milionari, le associazioni preposte alla tutela dell'ambiente".
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